Astroganga è una serie animata del 1972 ed arrivata in Italia nell’80, attraverso l’emittente Telemontecarlo. A parte la nota storica, va ricordato che per certi versi Ganga fa parte di quell’immaginario collettivo della generazione degli attuali 40enni, come una sorta di nonno dei vari Mazinga, Jeeg e Daitarn, similmente ad altri mecha come il Poseidon di Babil Junior o il T28. Quei robot che, privi di particolari armamenti, trattavano per lo più i nemici a suon di sberle, ma che soprattutto non erano pilotati direttamente e dall’interno, ma al massimo teleguidati, se non autonomi.
Astroganga, in questo è forse il più estremo, dato che non aveva nessun tipo di armamento, anzi, considerando le origini del personaggio, il fatto di essere senziente e di metallo organico, lo esclude anche dal concetto base di super robot, non è un cyborg, la simbiosi con Kantaro, lo rende forse più inquadrabile come automa cosciente simbiotico.
Finito con le filosofie, parliamo del modello in esame che con lo sblocco dei diritti è stato possibile, finalmente, portare in vetrina.
La confezione
La scatola, di generose dimensioni, presenta un concept di alto livello. La grafica estremamente semplice e minimale, permette di riconoscere a colpo d’occhio che dentro c’è Astroganga, presentando in primo piano il torace del personaggio. Una scelta intelligente ed originale, rispetto alle classiche grafiche che prevedono foto e elaborazioni del modellino.
Sul retro, non compaiono ulteriori immagini, se non gli ideogrammi della serie e la grossa etichetta con avvisi e riferimenti a produzione e distribuzione, quest’ultima affidata a Medicom Toys.
Da aggiungere che il tutto si presenta protetto da una brown-box, con protezioni angolari in plastica.
Rimossa la sovraccoperta, troviamo la scatola vera e propria, che ospita il grande sarcofago di polistirolo, con su stampigliato di nuovo il nome di Astroganga, la serie ed il produttore.
Sulle spallette della scatola ci sono delle istruzioni ed uno schema dei principali punti di articolazione, con alcune raccomandazioni su come maneggiare il modello.
Il robot è ben alloggiato e protetto, anche se è un po’ curioso l’aver scelto di avvolgerlo in carta velina. Ogni accessorio ha un suo alloggiamento, ma non sono protetti da sacchettini di plastica. Questo potrebbe, nel lungo periodo, innescare una reazione fra le venirci e plastiche usate ed il polistirolo, come visto in altri prodotti.
Consiglio, conviene provvedere ad avvolgere i singoli pezzi ed isolarli.
Tutto l’insieme, restituisce una percezione di qualità superiore, come ci si aspetterebbe da un prodotto di questo prezzo.
Dotazioni ed accessori
Nonostante Astroganga non presenti armi e quindi non possa vantare accessori degni di questo nome, 5Prostudio ha arricchito il prodotto con una dotazione adeguata.
Ci sono ben tre coppie di mani, tre volti intercambiabili magneticamente, una miniatura di Kantaro.
Tutti gli accessori sono ben rifiniti e di facile applicazione, anche il Kantaro che è davvero piccolo e prevede la sostituzione dell’orecchio destro del Ganga, tutto sommato è dipinto con sufficiente precisione.
Il sistema di innesto dei polsi, sebbene semplice, garantisce una buona tenuta. Un po’ debole, anche se non a livello drammatico, è risultata la calamita che tiene in posizione i volti intercambiabili.
Qualità e finitura
La qualità percepita del modello è estremamente alta.
Sebbene sia relativamente leggero, complice anche l’uso di una nuova resina denominata “Hybrid Carbon“, il robot non risulta plasticoso, come altre produzioni. Il die-cast vero e proprio + localizzato solo nelle gambe e piedi.
Maneggiandolo si apprezza la perfetta rifinitura delle parti, la colorazione priva di imprecisioni ed estremamente lucida, l’assenza di articolazioni direttamente in vista.
Punti di forza sono la vernice dai toni uniformi e con finitura molto lucida, i volti ben dettagliati e dall’incarnato convincente, la pressoché totale assenza di segni di stampaggio ed accoppiamento delle parti davvero preciso.
Volendo fare un appunto direi che forse stonano solo i contorni neri delle mani, leggermente tremolanti.
Articolazioni e posabilità
Fin delle anteprime, si è capito subito che il progetto non aveva come obiettivo quello di avere una figura estremamente articolata, ma che beneficiava di tante e funzionali articolazioni, sacrificate però alla riuscita estetica ed alla fedeltà del design originale.
Astroganga non è un personaggio caratterizzato da particolari doti di agilità ed il suo design con le ginocchiere e gomitiere così evidenti, non garantisce angoli particolarmente ampi per i movimenti di braccia e gambe, a meno di non creare tagli e scanalature ad hoc.
Sorprendentemente, il risultato finale è tutt’altro che statico. E’ vero che non ci troviamo di fronte ad un campione di posa, ma difficilmente, grazie al raddoppio sistematico di tutte le principali giunture di gambe e braccia, non riusciremo a dare una posa efficace e stabile.
Molto del merito è da attribuire alle caviglie, anche ed al bacino, che rendono facile il bilanciamento della figura.
Spalle, gomiti e polsi offrono angoli sufficienti per dare la giusta dinamicità alla figura, per non parlare del sistema di copertura delle spalline. Disaccoppiate dall’articolazione della spalla e quindi meglio posizionabili, ricordano un po’ il progetto del nuovo GX70 di Bandai. Anche il collo è articolato.
Ad eccezione delle anche, per altro minimamente visibili, tutte le articolazioni sono mimetizzate alla perfezione.
Fedeltà
Le linee di Astroganga, risentono pensatemene dell’età della serie. Nel 1972 si preferivano eroi dalla stazza imponente, che già ad un primo sguardo facessero capire che avrebbero preso a calci nelle gengive il cattivo di turno. Insomma, la figura antropomorfa per eccellenza era quella di un massiccio lottatore e non di un modello anoressico.
In questo 5Prostudio è stata intelligente, perché seppur rivisitando le linee squisitamente classiche tratteggiate da Eiji Tanaka ed aggiornando leggermente i lineamenti fin troppo semplici del volto, non ha stravolto le proporzioni, offrendo così un Ganga immediatamente riconoscibile che non risulta obsoleto e superato. La leggera re-stilizzazione è maggiore per quanto riguarda gli occhi, parte delle spalline ed il bacino, in particolare, quest’ultimo propone le escrescenze femorali meno evidenti.
Anche l’idea di mascherare il più possibile le articolazioni è risultata vincente, permettendo di trattare il prodotto, sia come action figure, che come statua, ma soprattutto rispettando l’organicità del personaggio, che è bene ricordare era privo di qualsiasi elemento meccanico.
Riflessioni
Questo progetto è subito risultato interessante da seguire.
Interessante perché si parla di un prodotto proposto da una realtà nuova, che ha mostrato tutti gli steps evolutivi tramite i social network, scegliendo soluzioni non convenzionali e materiali innovativi.
Interessante perché tratta un personaggio quasi mistico, in bilico fra l’oblio dei più ed il rispetto dei fan specializzati. Astroganga è più di un super robot, ma allo stesso tempo è una serie difficile, come lo sono tanti cartoni di quel periodo, invecchiati ma non abbastanza da essere dimenticati e spesso portatori di messaggi ben più profondi di quanto un prodotto per bambini, lascerebbe ipotizzare.
Quindi una scelta coraggiosa e secondo me una sfida vinta. Per un modello che, una volta preso in mano, restituisce una percezione di qualità superiore. Si comprende, come ci sia cura nell’ingegnerizzazione e progettazione, con molto dettagli non visibili in superficie. L’attenzione viene catturata dalle superfici perfettamente lisce e dalla vernice ottimamente applicata, ma sotto pelle c’è un insieme di soluzioni, non scontate e che solo in parte trapelano, manipolando e posizionando la figura. Un prodotto, per certi versi, molto simile alle ultime action dolls di casa Hot Toys, ma senza quei difetti, tipici della grande produzione.
Conclusioni e Pagella
Al momento esiste un solo altro concorrente per questo Astroganga ed è quello di HLPRO.
Dico subito di non aver preso in considerazione il secondo, per una scelta legata al gusto personale, non trovandolo esteticamente piacevole quanto il Carbotix e non trovando riuscite le articolazioni troppo vistose, ma non posso giudicarlo per un confronto diretto, non avendolo fra le mani.
Del prodotto di 5PROStudio, mi è piaciuto un po’ tutto, tranne il prezzo, unica vera nota dolente.
Non ho trovato limitanti le difficoltà con le articolazioni, preferendo, in effetti, che non si vedano, piuttosto che il robot possa fare strane pose a cui destinato.
Adeguata anche la dotazione, anche si di facce ed espressioni, non se ne hanno mai abbastanza.
Un altro elemento a cui occorre fare l’abitudine è la scala, che trovo un po’ eccessiva. In vetrina si sposa male con tutta l’attuale produzione, ma d’altro canto, farlo troppo piccolo avrebbe rischiato una perdita di quel dettaglio che lo caratterizza.
Speriamo che tanta cura e passione possa trovare ulteriore conferma nelle prossime produzioni.
- finiture e realizzazioni
- dotazione adeguata
- una rappresentazione riuscita
- nonostante alcuni limiti, ha una buona posabilità
- difficile da esporre insieme ad altri prodotti, è grande!
- leggero per le dimensioni
- il costo
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