Giu 282021
 
Recensione Soul of Chogokin GX-95: Gordian
Produttore:
 
Data prod.:
20 Marzo 2021
Materiali:
ABS, PVC, Die-Cast
Accessori:
miniatura articolata di Daigo, miniatura statica di Clint, set di mani per i tre robot (5 Protesser, 4 Delinger, 8 Garbin), set componibile armi per Protesser, armi bianche per Delinger, scudo e spada, asta e componeti per realizzare giavellotto e alabarda Garbin, Volto alternativo per Garbin/Gordian, antenne estraibili ed elemeto per usarle come arma
Altezza:
320 (mm)
Peso:
710 (g) Garbin, 91(g) Delinger, 30(g) Protesser
Manuale:
Libretto cartaceo, a colori, molto dettagliato
Fornitore:
www.zonahobby.com
Prezzo orig.:
39000 Yen
 

Si dalle prime anticipazioni, il Gordian di Bandai offriva numerosi spunti di discussione. I vari schemi e progetti alternativi non brillavano per originalità ed alcuni erano improbabili, presentando proporzioni del SOC del Baikanfu. Robot simile solo per la concezione data dal giocattolo. Alla fine ha vinto il progetto più classico, che dopo anni di cassetto, in coincidenza col 40th anniversario, ha visto la luce.
Volutamente, non ho letto o visualizzato recensioni del SOC (ebbene sì, ormai si trovano recensioni addirittura prima che il SOC sia disponibile e ben prima che possa anche solo annusare la scatola di persona) così da cercare la massima obiettività. Non ho nemmeno riletto la vecchia recensione del CM’s, limitandomi a rimaneggiarlo dopo tanto tempo e tirare un po’ le somme di quello che sicuramente non è un robot facile da rappresentare.

La confezione

La scatola è decisamente grande, anticipo di quelle che sono le dimensioni finali del modello (compreso dello stand).

Cartonati nella norma, per un peso non indifferente. A differenza di altre confezioni, il peso è ben distribuito e non ci sono punti che si affossano facilmente.

La grafica su fondo nero, sul frontale presenta il SOC nelle diverse anime sia di tre entità divise, sia come Gordian. Sul retro varie combinazioni e descrizione degli accessori presenti, oltre ai soliti disclamer. Nessuna immagine tratta dall’anime o di altra ispirazione. A differenza dei D.C. qui siamo tornati un po’ alle origini.

I tre robot, assieme alle due figurine, scudo e maniglia del Garbin, sono ospitate in un grande sarcofago di polistirolo. Largo quanto la scatola ed alto la metà, ha permesso di ospitare i restati accessori e lo stand su altri due blister che occupano lo spazio restante. Come detto, questo tipo di organizzazione a pila, non crea grossi problemi al cartonato che resta facilmente maneggiabile, senza problemi di sfondamento, nonostante il peso complessivo non sia trascurabile.

Dotazioni ed accessori

Dotazione ampia e di sostanza. Gli accessori sono numerosi, ben rifiniti, anche se non particolarmente evoluti. La gran parte degli oggetti è stacca attacca, per simulare le varie combinazioni. Verniciatura precisa, ma presenta il solito problema di coerenza fra parti cromate e parti satinate. Alcune lame, infatti hanno finiture incoerenti.

L’action figure di Daigo, è discretamente dettagliata, anche se qualche dubbio sulle proporzioni c’è. Le dimensioni ridotte, rendono accettabile il livello di dettaglio del volto, che solo in foto particolarmente ravvicinate, evidenzia dei limiti. Apprezzabile che sia completamente articolata.

La miniatura di Clint, per contro, appare meglio dettagliata, anche grazie al fatto che richieda meno dettagli, però è statica. Un vero peccato.

Di tutti gli accessori, gli unici che mi hanno dato un po’ di problemi sono state le antenne. L’aggancio alla testa è risultato poco tenace. come lo sono le altre combinazioni di aggancio, soprattutto nella configurazione da lancia.

Ben fatto e relativamente facile da sostituire, il volto aggiuntivo permette di cambiare la fisionomia del Gordian (che cambia design durante la serie). Ne riparleremo nel paragrafo dedicato alla fedeltà di rappresentazione.

Attenzione, infine, alle punte asportabili delle Bomb Drill, sono davvero minuscole.

Qualità e finitura

La qualità complessiva è buona, con qualche variazione.

La distribuzione del metallo è discreta solo nel Garbin, concentrandosi particolarmente nel busto e piedi. Quasi certamente legato ad una questione dei peso e di parti in contatto, i robot più piccoli sono completamente in plastica. Non sarebbe un gran problema, se non che la finitura del Delinger, il robot di mezzo, è opaca, restituendo un’impressione di economicità imbarazzante. Non migliorare la cosa certo il peso del modello che vede l’indicatore fermarsi a soli 91g per un robot che tutto sommato è alto più di 20 cm!

Nulla da dire, invece per verniciatura e precisione dei dettagli. Solito ottimo lavoro. Le parti verniciate, mostrano dettagli adeguati e superfici uniformi. L’esemplare non presentava segni di sprue o difettosità evidenti.

Le figure più piccole, specialmente il volto di Daigo, mostra limiti solo se fotografato in primo piano ed ad alta risoluzione. Nessun problema in una classica esposizione in vetrina. Mentre Clint, dispiace solo che non sia articolata.

Alcune armi presentano finitura cromata, mentre altre, quelle del Delinger in particolare, finitura satinata.

Articolazioni e posabilità

Da questo punto in poi, cominceranno le dolenti note, dato che fin dalla presentazione degli schemi e più tardi dalle foto al prototipo, già si evidenziavano scelte coraggiose nell’interpretazione di Bandai alla meccanica del Gordian.

Va premesso che tale interpretazione si basa sul vecchio giocattolo Popy, ma ancor più a mio parere, sulla concezione di armatura a più strati che si avvolge al corpo di Daigo, più semplicemente una serie di “esoscheletri”.

In effetti i tre robot, non sono tali. Nel S.o.C. infatti, i mecha singoli, si presentano vuoti, con ampi spazi ben visibili, come tre armature, che mano a mano si chiudono sul corpo del pilota. Questo ha portato a dover spostare i fulcri di numerose articolazioni e non poter usare i classici centrali.

Se escludiamo il collo, polsi e caviglie, tutti dotati di snodi a sfera e non direttamente coinvolti nell’assemblaggio, tutto il resto delle articolazioni è disassato verso l’esterno. Spalle, gomiti, spina dorsale, femori e ginocchia si trovano posizionati sul perimetro del corpo principale e sovra dimensionati, dato che in quella posizione non hanno modo di gestire in modo ottimale il peso. Ne è evidenza la schiena, che per rimanere in posizione, fa uso di un supporto presente in tutti e tre i corpi.

Questi problemi di tenacità di alcune articolazioni, almeno nell’esemplare esaminato si è reso evidente sul gomito destro del Garbin, incapace di sostenere il peso dell’avambraccio. Anche i femori non sono rassicuranti, con il robot che tende ad avere un certo “gioco” fra sollevato e posato. La principale causa è la spessa e pesante sezione dorsale che unita alle dimensioni ragguardevoli, forza tutto su femori e caviglie.

Su Delinger e soprattutto Protesser, al contrario, risultano tanto leggeri da aver problemi anche nel mantenersi nella posizione, pronti a volare via al pur minimo alito di vento.

Aspetto positivo, la “dinamicità” del modello è comunque ragguardevole. Come si può vedere dalla galleria, sicuramente, sia assemblato che separato, il Gx95 è tutt’altro che uno stoccafisso.

Fedeltà

Una cosa che hanno in comune le vecchie serie animate, specialmente quelle a basso budget, è che non esiste un frame uguale all’altro. In particolare poteva accadere che le puntate fossero create da team diversi, in alternanza, che adottavano stili completamente diversi.

Va da se, quindi che Gordian, non solo cambia continuamente proporzioni e dettagli, ma anche il mecha-desing muta drasticamente durante la serie e rappresentarlo in maniera fedele è veramente difficile. C’aveva già provato Cm’s, creando una versione limited alternativa che presentava le teste e particolari dei robot diversi. Successivamente, rimarchiato come “Arcadia” è stato prodotto anche un Gordian con direttamente i pezzi da alternare, con tanto di cacciavite, a seconda della versione che si voleva rappresentare.

Bandai ha fatto prima. In sostanza Bandai si è focalizzata, come forse non mai, sull’ispirazione del giocattolo, arrivando a rappresentarlo in tutti i particolari, in chiave moderna. Unica concessione, un volto sostitutivo, che effettivamente si ispira al design alternativo che si vede ad inizio serie.

Tutto il resto è il Popy. Non Gordian.

Preso atto di questo e stoppate le varie polemiche più o meno giustificate, ci son dettagli che francamente non riesco a digerire.

In primis, parliamo del dettaglio più eclatante: gli spazi vuoti.

Visibili a combinazione effettuata, con i colori rossi del Delinger a far capolino, ovunque, sul blu del Garbin, sono ancor più inguardabili quando i robot sono sganciati. Non starò a supporre quale soluzione sarebbe stata adatta, quale quella più bella e/o funzionale. Posso solo dire, che sono orribili e che spezzano completamente l’estetica del modello. Sia da montato che in forma separata.

Sempre nella direzione di voler rappresentare il Popy, Bandai sceglie altri dettagli che nel mecha animato, non ci sono o sono a malapena accennati. Tipo la cintura gialla nel Garbin, il petto scavato all’altezza del collo, le griglie sul petto, anch’esse forate. Le teste dei robot, che cambiano in tutti e tre, ma nella confezioni vi è solo quella principale

Sicuramente il design è riconoscibile, ma per proporzioni e tecnica non è certo riconducibile alla serie animata.

Riflessioni e soluzioni tecniche

Avrei da scrivere per ore e dubito che sarei seguito. Quindi mi limito a dire che per me è una occasione persa, bella grossa.

Questo perché altri produttori hanno mostrato che, tutto sommato, è possibile fare un Gordian decente ed esteticamente valido, senza dover trovare soluzioni assurde. E “fanculo” il giocattolo. Se voglio compro il popy, dato che ancora non è fra i giocattoli vintage più inflazionati. Se compro un modellino nel 2020, voglio un qualcosa che sia degno di nota.

Qui abbiamo una serie di tre esoscheletri che potenziano il pilota avvolgendolo. Basterebbe questo ed invece lo fanno anche in maniera esteticamente terribile. La cosa che fa più arrabbiare (a parte il prezzo) è che i materiali son buoni e persino lo sculpt di due su tre robot è accattivante. Peccato che tra i due non ci sia il principale e peccato che i materiali buoni restituiscano una sensazione di leggerezza, tipo ovetto kinder.

E’ vero che i tre elementi sono molto più armonizzati rispetto al vecchio Cm’s. Anche in quel caso, il produttore fece una scelta. Ripensò l’unione dei robot, come fattibile solo diminuendo la scala di Delinger e Protesser, piuttosto che creare articolazioni ed aperture non previste nel progetto.Favorevoli? Contrari? Beh ci son state discussioni anche allora, senza una vera e propria soluzione. Bandai poteva porre soluzione, perché l’aver disaccoppiato le tibie, ha risolto il problema, ma ha fatto altre scelte che ne hanno creati altri. Eh vabbè toccherà sperare in altra produzione.

Conclusioni e Pagella

Sicuramente se affiancato al CM’s, questo Bandai mostra dei punti. Principalmente, annichilisce tutto ciò che è più piccolo di Garbin. Ma fallisce proprio nell’estetica. Si tende a generalizzare dicendo che i gusti son gusti. E’ vero, ma solo in parte. I canoni estetici non sono personali ed una cosa brutta resta tale al di là delle singole opinioni. I buchi nelle anche, nelle ginocchia, nei gomiti, sono un pugno allo stomaco. Si possono giustificare dalla scelta tecnica, ma è lampante che con un minimo sforzo si sarebbero potuti mascherare. I buchi nel petto, invece non hanno giustificazione. Lì è stato scelto di farli così e non posso che bocciare tale decisione.

Per il resto, il modello c’è. Ha una bella presenza, è molto grande (e pesante), lo sculpt è bello ed i robot secondari hanno una scala più adeguata, rispetto al Cm’s, che però ha proporzioni del Garbin più aggraziate.Il Gx95 è lontano dal design del cartone animato, sposando, come fatto per il Gx di Daltanius l’idea di richiamare fortemente il vecchio giocattolo della Popy. Onestamente, son combattuto sul consigliarlo come acquisto. Da una parte, se parliamo di “prodotto” è il solito S.o.C. di Bandai di sostanza, con un grosso punto debole e qualche incertezza. Dall’altra parte, se avete già in vetrina un CM’s o Arcadia, magari esposto assemblato, non so quanto possa tirarvi la gola la versione di Bandai, specialmente se non sposate quel senso di nostalgia nel vedere il vecchio Popy.

Manuale Gx-95

LA PAGELLA
: ★★★★☆
: ★★★½☆
: ★★★½☆
: ★★★★☆
: ★☆☆☆☆
 
Media: ★★★☆☆
 
PRO
  • grande e pesante
  • solita qualità bandai
  • i due robot secondari sono più in scala rispetto al CM’s
CONTRO
  • ricorda più un esoscheletro che la combinazione di tre robot
  • bruttissimi gli spazi vuoti
  • Garbin fin troppo pensate, Delinger e Protesser leggerissimi
  • alcune articolazioni cedevoli o potenzialmente tali

Galleria fotografica