Premessa
Comincio subito col dire che la stesura di questa recensione è risultata assi problematica, oltre che lunga. La motivazione principale è presto detta. Il Gordian è uno dei robot classici più famosi in Italia e quindi grandi erano le aspettative; per contro non gode di altrettanto amore e notorietà nel paese di origine ed a produrlo non è stata l’amata Bandai (con la quale il giudizio può essere tranquillamente severo) ma la ben più modesta CM’s.
Dunque da dove iniziare?
Intanto, un meritato accenno lo necessita il Gordian stesso. Il mecha a cui questo modello si rifà è una delle rare eccezioni nel panorama dei super robot “vintage”. Gordian è un robot “matriosca”, ovvero, non si trasforma, non si aggancia, ma è il risultato di due robot più piccoli, che entrano uno nell’altro per venire poi ospitate nel terzo. Esattamente come le note bambole russe.
Il Gordian è formato dal robot più grande: Garbin, che ospita il robot mediano: Dellinger, che a sua volta ospita il più piccolo: Protesser e questi, infine, ospita il pilota. Insomma alla fine, esteticamente Gordian non è altri che il Garbin “farcito”.
Va da se che conoscendo il tipo di mecha, le difficoltà nel realizzarlo sono abbastanza lampanti.
In particolare gli unici precedenti erano il vintage ed il Baikanfu di Bandai e se consideriamo il primo come giocattolo ed il secondo come mera libera interpretazione (il Baikanfu non si compone meccanicamente) il lavoro di Cm’s non era semplice.
Vediamo se l’obiettivo è stato raggiunto e con quali compromessi.
La confezione
La confezioni è ormai classica per tutti i produttori, o quasi.
Scatola di cartone colorato, d’effetto, che racchiude uno o più blister ed il sarcofago di polistirolo.
Cm’s non fa eccezione, salvo per la scelta di ospitare tutto in un sarcofago bello grande ed un solo blister con gli accessori più piccoli.
L’alloggiamento e la disposizione degli accessori strizzano l’occhio alla vecchia scatola vintage; scelta condivisibile, sia perché funziona, sia perché dopo tutto chi compra questi oggetti è un “fottuto nostalgico” e queste cose gli fanno piacere. La scatola è di grandi dimensioni, ma perché è il modello ad essere decisamente grande.
Dotazione ed Accessori generale
La dotazione di accessori è più che soddisfacente e si va da quelli enormi, tipo la spada o la lancia, fino alle minuterie vere e proprie, come le mani intercambiabili e le armi del robot più piccolo.
Sono tutti di buona fattura, anche se in quest’aspetto il richiamo al vintage è forse un po’ troppo marcato. I figurini sono accettabilmente dettagliati in rapporto alle dimensioni effettive.
Protesser
Il più scarso, ovviamente, risulta il Protesser. Davvero molto piccolo, completamente in plastica, presenta comunque la sue onestissime articolazioni. Come per le miniature dei piloti, direi che il giudizio debba essere positivo alla luce di quanto sia piccolo, con qualche riserva per la stabilità.
Qualità e finitura
La scultura è ottima, la colorazione, a parer mio, eccellente per precisione e toni.
L’unico, vero, difetto risiede nelle meccanismo di apertura delle braccia. Le due semi-parti non prevedono cerniere per l’apertura, ma sono in unico stampo tenuto assieme da una linguetta flessibile che alla lunga è destinata a tagliarsi.
Articolazioni e posabilità
I femori sono il vero punto debole, essendo praticamente dei rivetti piatti e quindi permettendo la sola divaricazione delle gambe. Nessun problema, invece per spalle, braccia e ginocchia. Anche la testa è orientabile.
Le articolazioni delle braccia sono garantite da dei piccoli perni sferici; magari non particolarmente originali, ma funzionali anche nell’ottica del montaggio dentro il robot intermedio.
Una volta inserito il pilota (di gomma morbida) il robottino perde un po’ di mobilità. Per farlo stare in piedi, vista la distribuzione del peso e le dimensioni avrei gradito una sorta di piattaforma da ancorare ad un piede.
Fedeltà
La fedeltà più che accettabile (guardatevi due puntate del cartone animato e poi ditemi come si fa a stabilire il reale design del robot).
Dotazione ed Accessori
Come dotazioni abbiamo un doppio set di mani e due armi. Essendo il robot ispirato ad un giocatore di football americano, queste non sono altro che una palla ovale e la sua trasformazione in fioretto.
Entrambe sono impugnabili e devo dire che il risultato è ottimo e dinamico. Stiamo pur sempre parlando di un modellino grande quanto un gashapoon.
Dellinger:
Andando in ordine, arriviamo al robot che è il vero punto dolente di tutta la realizzazione, il mediano.
Il Dellinger, pare che sia stata la vittima sacrificale ed abbia dovuto accollarsi tutti i compromessi necessari affinché venissero bene il Garbin ed il Protesser.
Qualità e finitura
La colorazione e la finitura è più che adeguata. Molto bello il tono rosso adottato e ben definiti i dettagli. Le parti in plastica seguono l’ottimo standard di tutto il modello e qui c’è anche un po’ di metallo.
Articolazioni e posabilità
Vera nota dolente assieme forse a qualche interpretazione del design non troppo felice.
Le articolazioni non sono nulla di particolare, riproponendo quasi per intero i limiti del Protesser, pur essendo grande quasi il doppio.
Il robot ha un busto sproporzionato e gambe molto fini; Il bacino stretto ed i femori quasi immobili si uniscono alla testa tozza. Da qui le lunghe e ripetute critiche sui forum specializzati.
Il corpo principale presenta i femori in metallo e le cerniere anche per le braccia.
Una volta assemblato, con il Protesser, anche lui perde un po’ di mobilità. Ho avuto anche una certa difficoltà a gestire le braccia del robot più piccolo, tanto che i gomiti tendono a sganciarsi se non accompagnati nella posa.
Fedeltà
Purtroppo, pur apprezzando il lavoro svolto, non posso fa altro che confermare quanto anticipato poco sopra. Tuttavia, per onestà non riesco a calcare troppo la mano, dato che da qualche parte i compromessi dovevano sfociare.
Guardando alla versione animata, troviamo che questo mecha cambia continuamente design, durante il corso delle puntate, forse più di altri e quindi resta difficile dire se i dettagli siano stati azzeccati pienamente e quale grado di interpretazione assegnarli. Tutta via l’aspetto complessivo non è sufficientemente fedele alla versione animata, risultando sgraziato e sproporzionato.
Dotazione ed Accessori
Anche il Dellinger, gode di un discreto set di accessori, solito set di mani, intercambiabili e le armi, per lui ascia e sciabola, che strizzano molto l’occhio al giocattolo vintage, cromo ovunque!
Garbin/Gordian:
Il vero pezzo forte del kit e direi anche pezzo grosso è comunque il Garbin, metallo un po’ ovunque e l’altezza di ben 30 cm garantiscono una certa imponenza.
Qualità e finitura
Colorazione pastello e buona stesura, sminuiscono l’effetto piatto che si vedeva nelle prime foto. D’altra parte le linee sono quelle ed il metallizzato (tenuto da parte per la versione limited) non è che sia proprio fedelissimo. Tutti i pannelli, visibili da aperto, sono provvisti di cerniera in metallo (che per qualcuno sono una bruttura estetica) e dettagli nel lato interno.
Lo strato di verniciatura pare adeguatamente spesso e resistente.
Articolazioni e posabilità
Caviglie, ginocchia, femori, spalle, gomiti, polsi e collo sono tutti articolati e fanno del Garbin il robot con maggior mobilità dei tre. In oltre molti snodi presentano elementi a scatto, così da garantire anche una buonissima stabilità.
Le mani (grandi quasi quanto metà del Protesser) sono divise in due parti, per permettere una facile impugnatura delle armi, non mancano i pugni da sostituire.
Come per il Dellinger il polso è un aggancio sferico, così da permettere una certa posabilità.
A voler essere pignoli gli si potrebbe rimproverare una certa bruttura dell’articolazione del ginocchio, che è ben visibile quando piegato.
Ovviamente il Garbin ospita perfettamente il Dellinger. Una volta assemblato Gordian risulta un po’ meno posabile ed assai più pesante (come ce ne fosse bisogno).
Le caviglie in questo caso, necessitano di un attento posizionamento perché l’aumento di carico è notevole.
Fedeltà
Dato per assodato che parlare di “fedeltà” per un anime come Gordian è utopico, devo dire, che bozzetti alla mano, lo sculpt è quanto di più fedele si possa pretendere. Anche le proporzioni, fra le più antropomorfe nei super robot, sono ben riportate. La versione normale richiama la prima parte della seria animata. La versione limited, strizza l’occhio alla seconda serie (quando Gordian viene potenziato) ed il giocattolo vintage. I colori sono decisamente fedeli nel tono pastello delle tinte.
Anche su quest’aspetto se volessimo trovare un appunto da fare e forse un’eccessiva lunghezza delle braccia, che in posizione eretta e lungo i fianchi risultano un po’ scimmiesche.
Proporzioni comunque riscontrabile in moltissimi modellini dei super robot motivata, probabilmente, dalla necessità di dare spazio alle articolazioni, che in animazione semplicemente non esistono.
Dotazione ed Accessori
Le armi sono numerose ed anche queste si rifanno più al giocattolo vintage che al cartone animato. Abbiamo la spada (gigantesca) le varie interpretazioni dell’impugnatura multi uso che vediamo le cartone rispettivamente: scudo, puntale e lancia.
Garbin può poi smontare le antenne della testa ed impugnarle come arma. Completano la dotazione i due missili tibiali.
Conclusioni
Dunque se siete arrivati fin qui a leggere, un idea dell’esito dovreste esservela fatta. Se invece siete subito saltati alla conclusione ed avete visto solo le stellette. Ok spero che qualcuno legga questa lunga prosopopea.
Concludendo. Per me il modello è da promuovere a pieni voti. Se da un lato è vero che alcune soluzioni sono discutibili, il prezzo non è proprio da grande affare ed uno dei tre robot non è stato concepito al meglio, dall’altro abbiamo una casa emergente che fa mediamente dei buoni prodotti, ma che soprattutto prende in considerazioni mecha un po’ dimenticati o ignorati dalla grande B. e che probabilmente non avremmo mai immaginato di veder realizzati oggi.
Il modello è chiaramente ispirato al giocattolo vintage più che alla versione animata, ma per fortuna le somiglianze si fermano ad alcune soluzioni tecniche quali le cerniere a vista e parte dell’articolazione delle spalle ed alle armi.
Avrei preferito armi realizzate in maniera un po’ più sobria ed un Dellinger fatto con più rispetto, ma tutto non si può avere ed anche l’aspetto maggiormente criticato, ovvero la dimensione dei robot secondari, a mio parere non ha ragion d’essere. E’ vero il vintage ha un Dellinger ed un Protesser più grandi, ma non rispetta l’incastro fra i tre e non è posabile né proporzionato quanto questo.
Quindi e concludo davvero, vediamo di sciogliere questo nodo “gordiano”… Nonostante gli innegabili difetti o meglio pecche, trovo che gli altrettanto evidenti pregi e l’improbabile presenza di una futura, alternativa, realizzazione portino a consigliare l’acquisto di questo modello, sia per gli appassionati, ma anche per i collezionisti, che volessero in vetrina qualcosa di un po’ diverso dal solito componibile o trasformabile.
- tanti accessori
- molto grande
- desing fedele
- si è deciso per sacrificare le proporzioni fra i robot, piuttosto che trovare soluzioni tecniche avanzate
- Protesser è molto sacrificato
- Delinger poco somigliante
- Costo relativamente alto