Spesso ci dimentichiamo che per esporre bene una collezione è importante tanto quanto arricchirla. Ognuno trova un suo modo, ma c’è un intero mondo di accessori che nascono soltanto per questo scopo e spesso l’offerta è talmente variegata e dispersiva, da risultare quasi difficile da conoscere.
In occasione dell’uscita del Grendizer S.r.C. ho provato ad acquistare un stand che ha attirato la mia attenzione, rispetto alla massa di stage quasi tutti uguali e che promette caratteristiche superiori, rispetto al classico piedistallo, magari, inserito nella confezione; sto parlando del Trident Act.
Inauguro dunque la sezione degli accessori con questo, interessante, triplice stand espositivo.
La confezione
La scatola è molto compatta, permette di vedere bene le parti dello stand e sul retro ne illustra anche le parti e le possibili combinazioni di utilizzo. Diciamo che è la tipica confezione da esposizione efficace. Tutto sommato sobria svolge il suo compito senza inutili orpelli o ingombranti imballi. L’interno presenta un blister del tutto simile a quello dei S.o.C. con tutti gli elementi ben esposti e separati. Nella parte posteriore, sfruttando il vuoto del blister, viene ospitata la grossa base.
Confezione molto razionale e ben rifinita.
Qualità e finitura
La qualità e rifinitura dello stand è buona. Le plastiche sono resistenti e pulite. La versione da me acquistata è quella trasparente, quindi i segni di stampaggio sono meno percettibili; ci sono, ma restano comunque limitati e entro criteri accettabili per questo tipo di prodotti. Gli incastri sono sufficientemente precisi ma una volta montato non è difficile che si possano verificare incidenti o parti che si staccano se lo utilizziamo non come elemento espositivo ma per pose di ripresa, spostando di continuo i braccetti. Diciamo che l’utilizzo in questione è improprio. Per questo è apprezzabile che i sei giunti principali siano dotati di vite e controdado, così da poter stringere l’articolazione, nel caso serva, una volta scelta la posa per l’esposizione definitiva.
Ingombri e maneggevolezza
La piattaforma, generosa, garantisce una buona stabilità generale, anche in presenza di modelli relativamente più pensanti di un’action figure di plastica. Comincia a richiedere una certa accortezza soltanto portando il carico a ben tre S.r.C. Bandai. In quel caso, conviene trovare un’esposizione un po’ più vicina al baricentro.
Il rovescio della medaglia per così tanta stabilità è che lo stand non è propriamente poco ingombrante. Diventa difficile, in caso di vetrine affollate, armonizzarlo con altri espositori. Probabilmente una sagomatura della base, che ne permettesse l’incastro fra più esemplari avrebbe potuto aiutare. Comunque restiamo sempre su ingombri ben gestibili.
Combinazioni e destinazione
Questo Stand nasce specificatamente per poter esporre da uno a tre soggetti di stazza medio piccola ed in particolare è dedicato alla produzione Bandai di action figure e piccoli chogokin. Effettivamente i test effettuati confermano questo limite, permettendo si di ospitare piccole figure in Die-Cast come gli SRC, ma non certo prodotti di scala maggiore. Le configurazioni adottabili sono molteplici, potendo posizionare i bracci laterali direttamente sulla base oppure ai fianchi del pilone principale.
La connessione più stabile la si ha utilizzando direttamente gli spinotti dei giunti. In alternativa, le pinze possono fornire un supporto a posizioni comunque erette, giusto per impedire la caduta accidentale della figura, oppure come sostegno a parti mobili. Purtroppo non sono tanto tenaci da garantire il mantenimento in sospensione di caratteri con parti in metallo e dal peso elevato.
Impressioni di utilizzo
Fondamentalmente ho usato questo stand per completare la sessione fotografica del Grendizer S.r.C. e si è comportato quasi sempre in modo egregio, nonostante il modello in questione non sia proprio un peso piuma della categoria.
Quando ho montato anche i due Mazinger, la base ha cominciato a non essere più stabile ed è stato necessario ravvicinare un po’ i corpi sospesi.
In generale, la dove possibile, sono assolutamente da preferire gli spinotti diretti dato che le pinze tendono a sganciarsi facilmente e provocare rovinose cadute. Meglio usarle per sostenere i piccoli accessori come i pugni o lo Scrander o nel caso di semplice sostegno ad una posizione fuori asse ma non sospesa, permettendo così di creare dei piccoli set molto coreografici.
Anche con piccoli robot vintage l’esperienza è stata la medesima e potrebbe essere una buona alternativa alla classica esposizione statica di questi giocattoli d’epoca.
Conclusioni e Pagella
In sostanza è un prodotto che mantiene ciò che promette ma non va oltre le aspettative limitandosi a fare bene quello per cui è progettato. E’ questo forse l’unico limite. Resta comunque un prodotto interessante, che permette di esporre in modo un po’ originale dal solito e da quel qualcosa in più degli stand standard che accompagnano le piccole action di Bandai ed altri produttori.
Per oggetti più pesanti o per pose particolari di volo, ma anche per un uso fotografico continuativo, è bene puntare su altro.
Lo stand si trova in tre colorazioni, clear come quella della recensione, bianca e nero.
- plastiche e finitura buone
- stand multiplo
- piena compatibilità con i prodotti Bandai a cui è principalmente destinato
- modulare
- costa poco
- i sostegni a pinza sono poco affidabili
- richiede spazio
- non gradisce riposizionamenti continui
- non va oltre le specifiche minime
Galleria fotografica