E’ moda dei nostri tempi riprendere vecchi classici e tentare, mediante un po’ di rivisitazione, di farli rivivere aggiornati. Sarebbero anche operazioni interessanti e probabilmente lo sono, ma si deve sempre far attenzione a non scivolare troppo nel rimpianto ed accettare che sebbene i nomi siano uguali, l’opera proposta possa non corrispondere a quella originale, anche perché i bambini di oggi, vogliono vedere cose diverse da quelli degl’anni ’70.
Gaiking LEGEND OF DAIKU-Maryu ne è il classico esempio.
Sebbene il nome e gran parte del design meccanico iniziale, sia pressoché uguale al classico robot vintage, la serie animata è profondamente diversa sia per trama, ma anche come ritmo, ambientazione e stile. Quindi guai a pretendere attinenza con la serie originale, non avremmo capito l’operazione.
Un operazione, ovviamente, anche legata a filo doppio al merchandising di vari produttori ivi compresa la onnipresente Bandai, che ha proposto, nella linea denominata semplicemente “CHOGOKIN” un Gaiking, cugino povero del GX27, con qualche ritocchino per farlo passare per quello della serie animata moderna.
Andiamo quindi a vedere quanta sostanza c’è davvero sotto la pelle e se, come qualcuno chiede spesso, possa valere anche come valida alternativa, economica al Gaiking S.o.C.
La confezione
La scatola comunica subito e con merito, che ci troviamo di fronte ad un prodotto meno ambizioso rispetto al S.o.C. essendo decisamente più piccola e leggera.
La grafica è più sgargiante, atta ad attirare l’attenzione con una colorazione accesa, immagini dell’ anime e con i pezzi in vista, grazie ad una piccola vetrinetta.
I materiali sono buoni, il cartonato resistente, manca però il polistirolo e l’interno restituisce una percezione di economicità estrema, causa del mono blister che contiene tutte le parti.
Dotazioni ed accessori
La dotazione non fa gridare al miracolo, ma non è una sorpresa.
Inutile cercare ciò che evidentemente non può essere incluso, visto il target del prodotto.
Gli accessori, tuttavia sono rifiniti bene con la solita cura che Bandai dedica nelle sue produzioni migliori. La colorazione, buona e precisa, non fa rimpiangere quella del Soul, tuttavia i dettagli sono minori.
La mancanza più importante è quelle degli avambracci sostitutivi. La confezione ne prevede di un solo tipo, con meccanismo sparante.
Un altro particolare sotto tono è la mentoniera, davvero molto cheap.
E’ presente uno stand espositivo molto simile a quello del GX, mentre, secondo me, visto il target del prodotto, manca qualche effetto speciale, adottati più tardi nella serie Super Robot Chogokin.
Assente, ovviamente il libretto illustrato dei S.o.C. sostituito da un pieghevole in bianco e nero.
Qualità e finitura
Qualità non manca, sempre tenendo d’occhio il prezzo ed il target.
Bandai, mantiene un alto standard sia per le colorazioni sia per l’assemblaggio, pochi i dettagli, rispetto al GX, ma non vi sono brutture particolari, semplicemente le linee sono più semplici e ci sono meno particolari.
Molto semplificata la colorazione, mostra un tono del colore dorato un po’ troppo freddo. Interessante il fatto che le ali siano verniciate, cosa che non è nel GX.
Il corpo principale, gli agganci e le articolazioni sono praticamente quelle del GX, sotto quel punto di vista, nulla da dire.
Difficile capire se i materiali sono più o meno nobili, a me sono sembrati equiparabili, tranne forse per i femori e gli avambracci che sembrano di una lega un po’ meno uniforme.
A proposito del metallo, segnalo che è ovviamente presente in misura minore. La testa del drago, in particolare, è totalmente di plastica, con qualche problema anche di fissaggio, per i pannelli.
Articolazioni e posabilità
Le articolazioni, sono il segno più evidente, della discendenza diretta dal GX.
In sostanza il GE-10 è equiparabile se non migliorativo, rispetto al Gaiking Soul, questo perché più leggero e maneggevole, considerando le parti plastiche che sostituiscono il die-cast.
Non sarà certamente una action figure, ma difficilmente si avrà difficoltà a posarlo.
Un temuto difetto del GX erano le gambe telescopiche che rientravano. Sebbene il meccanismo sia lo stesso, proprio in funzione della maggior leggerezza, nell’esemplare analizzato, questo problema non si è presentato, mentre un po’ troppo sensibili gli avambracci sparanti, richiedono una certa attenzione durante il posizionamento.
Sempre legato alla facilità espositiva, occhio alle placche facciali della testa del drago, troppo facili a sganciarsi.
Un particolare, articolato, di cui avrei fatto a meno, sono i singoli segmenti delle corna. Alla fine, mantenerli tutti in posizione corretta, non è semplicissimo.
Fedeltà
La fedeltà è sempre un tema dibattuto.
Trattandosi di una serie nuova, creare un modello fedele non sarebbe stato un gran problema. Ormai, gran parte dei mechadesigner partono da un modello 3D, da cui è facile ricavare un CAD decente per la prototipizzazione.
Non è questo il caso, perché Bandai, furbamente, ha optato per il riciclo di quanto fatto per il GX.
Ovviamente ci sono delle differenze, anche importanti, sia nei materiali più plastici, che nelle soluzioni tecniche diverse, soprattutto per la trasformazione degli arti inferiori. Tuttavia, una volta assemblato, le differenze non sono così evidenti, mentre il modello risulta più classico, rispetto alle proporzioni della versione animata, che con il passare delle puntate tende a ricercare un desing più personale.
Questo, se da un lato potrebbe far storcere il naso a chi cerca il Gaiking della nuova serie, dall’altra favorisce chi, avendo difficolta a mettere le mani sul Soul, vorrebbe comunque poter esporre questo mecha.
Riflessioni e soluzioni tecniche
Personalmente, da vecchio appassionato, non ho trovato motivi per l’esistenza di questo specifico modello, per meglio dire, non ho trovato il motivo per cui Bandai abbia optato per la soluzione più semplice, non progettando un Gaiking più fedele alla nuova serie animata e con soluzioni più specifiche.
Il modello, grosso modo vale il prezzo che chiedono, non si sbilancia e sembra il classico svolgimento del compitino, facile facile senza particolare impegno. Una sorta di spudorata operazione commerciale, fine a se stessa, magari nell’ottica di uno scarso successo della serie animata.
Dal punto di vista tecnico ci sono poche ombre sul progetto, gran parte degli elementi deriva dal GX, la testa del drago, in particolare, a parte un diverso aspetto e materiale, è tecnicamente la stessa, pur con le placche applicate. Così come lo è sostanzialmente l’intero busto.
Un po’ diverse sono le gambe, in verità i piedi, e le braccia, che prevedono avambracci sparanti.
E’ sostituibile al GX? No, secondo me, se comprato solo nell’ottica di coprire un buco in vetrina, è difficile che possa essere un sostituto credibile, anche perché la dotazione del GX è immensamente maggiore, ma se ci si accontenta e magari la vetrina è particolarmente affollata, allora sarà comunque all’altezza, perché alla fine, fare è fatto bene.
Conclusioni e Pagella
Mai come in questo caso, posso sostenere che il pezzo vale quanto richiesto, né un centesimo di meno né uno di più.
Secondo me, è un prodotto che merita, ma deve essere inquadrato per quello che è. Non è destinato ai collezionisti romantici, quelli che cercano il vecchio Gaiking, ma sicuramente è ottimo come regalo per le nuove generazioni, un ottimo regalo, visto come è costruito.
C’è solo un punto importante di amarezza, ovvero che alla fine Bandai non c’ha creduto ed oltre a non sforzarsi affatto per proporre un progetto più avanzato, non ha mai programmato nemmeno di produrre gli altri robot della serie e quindi è rimasto pure al palo, l’idea di avere un Gaiking the Great sotto l’egida della grande B. Peccato.
In chiusura è d’obbligo un ringraziamento a Entertainment Hobby Shop JUNGLE per aver messo a disposizione il modello da recensire.
- costa relativamente poco
- soluzioni collaudate
- ai profani risulta più prezioso di quel che è
- è un ibrido fra il nuovo ed il vecchio Gaiking
- nessuna ulteriore uscita prevista per questa serie
- dotazione scarsa
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