Devo dire che è un po’ ingiusto recensire oggi un prodotto di dieci anni fa. Ebbene sì… leggendo la data di produzione mi son reso conto che questo Drago usciva circa 10 anni fa oppure leggendola in altro modo sono ben dieci anni che evito di recensire questo modello.
Per poter offrire una giudizio quanto più equilibrato, mi sono dunque letto la recensione del fratello BLACK e anche altre opinioni espresse da illustri colleghi che al tempo ebbero più pazienza e disponibilità di me.
La confezione
La confezione è la quantità di accessori è sicuramente di prim’ordine. Di quello visto nella serie manca poco o nulla. Lo stesso Drago è scomposto in più parti, così che richiede un po’ di tempo per assumere l’aspetto finale. Come plus (che al tempo motivò molti a comprare) c’è il Gaiking, che per noi appassionati di robottoni è il vero protagonista della serie, ma purtroppo questo era il S.o.C. del Daikù Mariù e non del Gaiking, per cui quest’ultimo è ridotto ad una apprezzabile, quanto minuscolo figurino di 8 cm. Stand nero, come da tradizione, qui giù in una veste un po’ più elaborata rispetto alla classica basetta. Armi e componenti comunque si sprecano, tutti raccolti in comodi ma un po’ delicati blisteer trasparenti mentre il corpo principale è ospitato nel buon vecchio e gigantesco sarcofago di polistirolo. Completa tutto il manuale a colori ed un foglietto di avvertimento per alcuni dettagli particolarmente delicati.
Nota a margine… quanto mi piaceva di più il vecchio stile classico delle grafiche e dell’impaginazione dei testi.
Dotazioni ed accessori
La dotazione è decisamente completa, oltre alle varie armi, vi sono sia i mezzi di supporto, che il Gaiking componibile, seppur minuscolo e con problemi di stabilità. Non mancano elementi aggiuntivi per le varie combinazioni ed azioni che il Drago può assumere. La qualità complessiva è mediamente buona, se escludiamo il Gaiking, per cui, la dotazione è fra le voci di spicco di questo GX.
Qualità e finitura
A tanta quantità, però fa da contraltare una qualità non sempre all’altezza.
Premetto che l’esemplare da me reperito non era in condizioni ottimali e presentava diversi punti evidentemente scoticati, ma anche leggendo le lamentele dell’epoca, la verniciatura è sempre stata un problema. In particolare, data la mole e pesantezza, lo strato di vernice e la sua resistenza risultano scarsi.
Anche i particolari mostrano una precisione disomogenea. Vi sono sbavature di colore sul drago ed elementi invece di assoluta precisione sui figurini più piccoli. Diciamo che anche per me, resta uno degl’elementi più critici di questa uscita ed anche Bandai non è che abbia smentito, facendo uscire una versione Gx05-R con colorazione rivista ed ottimizzata.
I materiali plastici sono abbastanza buoni, ma hanno la tendenza a non restare al proprio posto. In particolare, sommato all’aspetto della posabilità precaria, fa si che basti poco per dover rimettere su qualche dettaglio venuto via.
Ovviamente quest’aspetto peggiora col passare del tempo (e guarda caso mi ci son scontrato in pieno, visto che il pezzo da me reperito era abbastanza usato).
Piccola nota sui mezzi ausiliari che sono fatti decisamente bene, ma nel contempo, non risultano in scala col Drago e Gaiking.
Molto belli, ma soggetti ad invecchiamento, i cingoli presenti sia ai piedi che in prossimità della coda. Ovviamete funzionali.
Nel complesso il drago, comunque, appare decisamente fedele e se messo in vetrina e lasciato in pace è sicuramente d’effetto, visto anche mecha-design decisamente particolare.
Articolazioni e posabilità
Questo drago ha un problema di natura progettuale. I costruttori hanno voluto renderlo articolato e posabile al limite del possibile, ma quello che per alcuni è un pregio, per il Daikù Maryù l’abbondante uso del metallo è un difetto. Considerando la mole e la quantità di metallo, purtroppo, le articolazioni infatti non sono in grado di garantire una stabilità e tenuta sufficienti. Più volte durante la realizzazione della galleria ho imprecato perché mi trovavo a dover riposizionare tutto dopo che l’animaletto era precipitato sotto il suo stesso peso.
Interessante e degna di nota la coda, che prevede perni telescopici. Questo, principalmente, per permettere l’avvolgimento.
La parte meno articolata è la testa. Purtroppo bastava poco per permettere una torsione maggiore del collo, ma forse è meglio così vista la generale instabilità.
Fedeltà
Il gx-05, è ben concepito e riconoscibile. Aiuta la particolarità del soggetto scelto, ma chi ha realizzato il progetto ha avuto davvero buon occhio. Il Drago è ben rappresentato e nonostante la varietà dei dettagli, che cambiano durante l’intera serie, possiamo dire che questo Soul è fedele.
Anche i mezzi ausiliari, seppur di ridotte dimensioni, sono ben caratterizzati, così come il Gaiking.
Unica segnalazione, potrebbe essere relativa al sistema di apertura del corpo principale, che non ha riscontro nella serie animata, ma è funzionale al modello.
Riflessioni e soluzioni tecniche
Un aspetto importante di quest’uscita era la presenza del robot principale (almeno per noi Italiani).
A parte la necessaria “piccolezza” devo dire che è straordinariamente accessoriato. Infatti prevede la possibilità di sostituire tutte le parti potenziate, viste nella seconda parte della serie animata (comprese parti accessorie del Drago). Tutto questo ben di Dio, però, si scontra con la realtà di realizzare un modello complesso, estremamente complesso, in soli 8 cm.
L’aspetto più frustrante è che i tre componenti principali non stanno insieme. In sostanza se gambe e busto si posiziona con sufficiente efficacia, quando si inserisce la testa, crolla tutto.
La situazione è talmente drammatica, che nella copia in mio possesso, che presenta un po’ di segni d’usura, ho dovuto fermare tutto con del silicone (unico collante inerte e facilmente removibile). Almeno così sono riuscito a fare delle foto decenti.
Se escludiamo questo particolare di non poco conto, di per se questo piccolo figurino è eccellente, sia come dettagli che numero dei particolari accessori, comprese la open face.
Come per i veicoli di supporto, anche per il Gaiking non si può parlare di vera e propria scala, rispetto al Daikù Maryù che risulta più piccolo del dovuto, ma capisco che tanto diversamente non si poteva fare.
L’esemplare in mio possesso non è in condizioni ottimali, essendo decisamente usato. Alcune peculiarità di questa produzione, come l’instabilità di alcuni accessori o la verniciatura particolarmente delicata si sono rese assai più evidenti. Probabilmente quest’aspetto non è strato totalmente ininfluente nel mio giudizio, ma relativamente a questo ho letto e visto recensioni e video che restano quasi sempre sulla stessa linea.
Conclusioni e Pagella
E’ stato davvero difficile recensire un modello che ho evitato di comprare per ben dieci’anni. Sicuramente quanto avevo leto l’ho potuto riscontrare personalmente, sia dalla precedente esperienza con la versione black, ma anche dal passa parola.
Il modello è sicuramente bello, dai colori vivi e ricco d’accessori. Inoltre una volta messo in vetrina è, decisamente, d’effetto.
Le finiture sono un po’ meno di qualità rispetto allo standard dei S.o.C. ma per alcuni particolari è superiore persino alle produzioni recenti.
Sicuramente per i fan, non esiste un’alternativa credibile a questa produzione, o meglio alternativa fuori Bandai. Se fatta eccezione per qualche vinile, infatti, il concorrente principale per questo Gx05, probabilmente è la versione leggermente migliorata Gx05-R.
- è un bel modello
- buona presenza del modello
- dotazione ricca
- vernice un po’ delicata
- non semplice da posizionare, visto il peso
- il Gaiking si smonta a guardarlo
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