La recensione
Quando cominciarono a circolare i primi progetti dei Gx25 e 26, francamente rimasi abbastanza perplesso. A distanza di parecchie uscite e senza un particolare motivo, Bandai si era decisa a tornare sulle serie di Go Nagai, ma proponendoci il lato “oscuro” e non i modelli degli eroi più noti. Furono infatti immediatamente riconoscibili i tratti inconfondibili del Garada K7 e del Doublas M2, i primi due mostri robot apparsi nella serie di Mazinga Z.
Per la verità questi modelli erano già stati visti in forma di prototipi sul libro dedicato ai S.o.C. e quindi ci si aspettava che prima o poi venissero proposti.
La confezione è quella standard delle ultime uscite, quindi pochi accessori, sarcofago di polistirolo per il corpo principale, niente libretto sostituito dal pieghevole.
Il modello in se è palesemente derivato dal Gx-01R e Bandai non ha neanche provato a mascherare l’evidenza, dato che sul retro è stampigliata la data 2002. Modifiche sono state apportate (oltre che nella colorazione) al torace ed alla testa.
Nel complesso il modello è ben realizzato, anche se sotto la media, come qualità delle finiture. La colorazione tendente al viola lascia intravedere alcuni segni di stampa delle plastiche, tutto il busto è in materiale plastico e le proporzioni non sono esattamente quelle dell’originale. Interessante il sistema di aggancio delle lame come la versione del braccio estensibile, che si orienta solo deformando la prolunga di gomma, probabilmente, con anima di metallo.
Ultimo dettaglio sulla testa si possono installare i missili, per la verità tanto minuscoli quanto poco rifiniti.
Che dire, il carisma c’è tutto, ma non so quanto sia dato dal modello in se, alternative valide non ve ne sono, ma non aspettatevi niente di più di un bel custom del Gx-01R.
- qualcosa di diverso
- il carisma c’è
- corpo riciclato
- dotazioni al minimo
- qualità non proprio al massimo
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