La recensione
Un mese dopo l’uscita del Gx25, viene presentato anche il Gx26: il Doublas M2.
Fermo restando che il corpo base è comunque riciclato dal Gx07, in questo caso, molto interesse ha suscitato la realizzazione dei lunghi colli gemelli, caratteristica peculiare del Doublas.
La confezione è identica nella sua economicità a quella delle ultime uscite, quindi modello e pochi accessori, niente libretto, ma il solo pieghevole. La basetta, come per il precedente Gx25 è riciclata dal mazinga.
Questa volta la Bandai si è dovuta sforzare un po’ di più e quindi è stato creato un nuovo sistema di snodi per il collo. Formato da elementi singoli che si uniscono ad incastro, essendo auto portanti, permettono di variare liberamente la lunghezza degli stessi permettendo le configurazioni più disparate.
Originali, per questo modello, anche le mani che hanno solo quattro dita.
Il modello nonostante la massiccia presenza di plastica, tutto il corpo ad esclusione delle gambe e braccia è infatti di materiale plastico, mostra una maggior rifinitura rispetto al Gx25 e la lunghezza del collo non pregiudica la stabilità. Belle le teste, ben dipinte anche nei dettagli.
D’effetto gli artigli alle mani e sulle gambe, anche se pregiudicano un po’ i movimenti.
Discutibile l’uso della plastica anche per il torace, poteva benissimo essere metallico.
Resta da valutare se sia un acquisto da farsi, soprattutto se non interessati ad esplorare il proprio lato malvagio ed in considerazione che assieme al Garada, restano i soli due nemici di Mazinga, presenti nella serie S.o.C.
- insieme al Gx25 rappresentano un unicum
- buona realizzazione
- stabile, nonostante il desing
- il corpo base è riciclato
- un po’ troppa plastica
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