La recensione
Dopo alcuni anni Bandai ci ha finalmente regalato l’unico vero rimpianto finora presente nella serie dei SOC, ovvero il Gaiking. L’uscita del Gx05, infatti non era dedicata al cornuto robot, ma all’imponente drago spaziale, che non va dimenticato, è molto amato in patria. Per noi europei dal cuore robotico, questa scelta aveva parecchio deluso e da tempo aspettavamo una degna rappresentazione del robot componibile, che fosse più grande di un accendino!
Al comparire delle prime foto dei progetti, già si poteva intuire che il modello avrebbe praticamente annichilito i predecessori, anche in funzione dell’oggettiva difficoltà di rappresentazione dell’originale design, stupore poi suscitò la scelta di renderlo scomponibile e fedele anche nella combinazione delle tre unità.
Alla fine, una volta potuto toccare con mano il lavoro degli specialisti di Bandai, le premesse sono state innegabilmente rispettate, e forse anche più.
Partiamo con analizzare la scatola: ENORME! Non c’è altro aggettivo, per un singolo robot, è seconda solo a quella del Gx04, che però presentava al suo interno anche tre veicoli. Aprendola ci si trova davanti un package abbastanza originale; abbiamo il sarcofago di polistirolo con coperchio di cartone che contiene il robot più alcuni accessori pre assemblato, una scatola di cartone neutro con al suo interno lo stand de assemblato ed infine una altro contenitore a vassoio con tutti gli accessori in bella mostra. Già così sarebbe da mettere in vetrina! Ritroviamo anche il buon vecchio libretto con foto a colori ed istruzioni per il montaggio dei vari e numerosi accessori.
Come detto il robot è scomposto, quindi procediamo ad una prima analisi dei sistemi di aggancio e posizionamento. La testa del drago sembra ottimamente realizzata, richiama molto il giocattolo vintage anche se con le dovute premesse di fedeltà e materiali… Ah! Dimenticavo, è per buona parte in metallo. La mandibola è articolata con uno snodo a doppio perno, ottimo per il posizionamento sia in aggancio che stand alone (e per simulare il morso). Sulla fronte presenta un meccanismo semi basculante che permette la fuori uscita della testa del robot. Questa si aggancia tramite un classico perno sferico che permette una buona articolazione del collo. L’intera testa del drago la si alloggia nel secondo componente (quello delle spalle) tramite un sistema di fermi a molla, davvero efficaci. Il tutto è molto intuitivo e garantisce un’ottima tenuta, l’unico aspetto negativo è la distanza del teschio dal resto del corpo, un po’ più elevata del dovuto, ma l’impatto estetico è minimo.
L’aggancio del busto con le gambe è quanto di più fedele si potesse sperare. I due si incastrano con un sistema preso direttamente dal Gx06, ma viene simulata la pinza che va a comporre il punto vita. L’incastro è tenace ed esteticamente molto valido. Nulla da dire se non perfetto! Infine non resta che allungare le gambe, dotate dello stesso meccanismo telescopico del Gx04 ed inserire i piedi nell’incastro quadrato. Una volta inseriti gli avambracci, la testa il robot e le ali il robot è composto. In conclusione, una cosa importante: tutto l’aggancio, se si vuole, rispecchia perfettamente l’originale animato, e se questa non è libidine!
Il robot nella versione normal presenta una buona estetica, molto fedele, sia nella colorazione che nelle proporzioni, anche se i compromessi costruttivi ci sono. La mobilità è buona, la posabilità un po’ meno, ma nulla di allarmante. Sarebbe bastato un po’ più di tenacia da parte delle articolazioni dei piedi, per rendere il tutto un po’ più stabile. La sensazione principale è di imponenza, soprattutto per la splendida testa di drago che campeggia sul busto.
Le plastiche sono di buona qualità anche se la scelta di utilizzare quella morbida, crea qualche problema alle punte dei missili o delle stelle che non risultano perfettamente in linea, ma è un buon compromesso per evitare di creare delle armi improprie. Il metallo seppur non presente in maniera preponderante, è presente ovunque, le vernici appaiono spesse e stese bene. La colorazione, forse un po’ scura è comunque molto fedele, fatta esclusione per le spalle che presentano una parte blu chiaro molto piccola, rispetto alla serie animata, stupisce la precisione dei particolari più piccoli, come il volto delle tre teste disponibili (soprattutto la versione open face); le ali, di plastica rigida, paiono colorante un po’ affrettatamente. Interessante il meccanismo del “back Shredder” preso direttamente dal progetto per le lame delle gambe il Gx02, poi abbandonato.
Per la versione normal si trovano tre coppie di mani che permettono diversi posizionamenti del robot, tutto di grande effetto e tutti che richiamano le pose tipiche del cartone, vi anche una coppia di pugni sparanti che francamente non ricordavo che il Gaiking avesse.
Già arrivati fin qui dovremmo essere più che soddisfatti, ma il bello deve ancora venire. Infatti questo modello racchiude in se un altro robot. La natura duplice del Gaiking animato, infatti, rivive anche del GX27, che presenta tutta una serie di accessori destinati a potenziare il robot ed a farlo crescere in dimensioni!
Il power up nella sua geniale semplicità dona un’imponenza notevole al Gx27, seconda solo ai componibili più grandi della serie Soc, ma dal punto di vista estetico non ha paragoni. Gli “estensori” per gambe e braccia hanno la forma a barilotto, e si vanno ad incastrare con le versioni basi. Per le braccia sono previsti degli incavi, così da non limitare l’articolazione del gomito, mentre per le gambe c’è una certa limitazione, data la dimensione e lo spessore del potenziamento. Anche i piedi vengono sostituiti con un paio decisamente più grandi, come anche le mani grandi quasi il doppio. Infine la testa, che in questa versione presenta due varianti.
Una volta assemblato il tutto il Gaiking sarà più alto di oltre un centimetro, più pesante ed enormemente più cattivo! A contribuire il tutto anche la testa con le corna enormemente più grandi e che quando ritirata all’interno della testa del drago ne migliora sensibilmente l’estetica e la fedeltà. Anche le stelle “counter cross” sono diverse e più grandi. Anche in questa versione le mani disponibili sono tre.
Variante di questa versione è la testa destinata a simulare l’open face. Fino alla fine non si era sicuri se Bandai l’avrebbe realizzata, visto le ovvie difficoltà. Ebbene, non solo è stata inserita, ma a mio modesto parere è il vero capolavoro di questo modello. La testa, ottimamente scolpita e dipinta, presenta la scomposizione in quattro parti: la nuca, la fronte, il volto ed il mento. Tutte si agganciano in maniera ottimale e senza imprecisioni, stupefacenti le rifiniture, che anche viste da vicino non mostrano segni visibili di stampo. Davvero un ottimo lavoro.
Ultima nota, sempre relativa alle teste, le corna sono articolare sulla seconda giunzione, e volendo intercambiabili fra loro.
In conclusione alcune note negative, che però non inficiano il giudizio globalmente più che positivo: Le articolazioni dei piedi sono effettivamente deboli, e nella versione potenziata diventano davvero critiche, rendendo il modello poco stabile. E’ possibile che la cosa riguardi solo il modello recensito, ma la sensazione è di una cosa generalizzata, e causata dal peso non indifferente. Stessa considerazione per il sistema telescopico, che se non maneggiato con cura tende a cedere accorciando le gambe (specialmente quella destra). Infine i barilotti delle gambe potenziate sono troppo larghi. Questa scelta seppur per salvaguardare la vernice delle gambe originali, fa si che la maneggevolezza del robot potenziato sia compromessa, sarebbe bastato allungare il perno delle stelle rosse perché questo facesse da fermo passante e impedisse l’abbassamento dell’accessorio.
Bhé potrei andare avanti a parlare per altre tre pagine, esaltando la realizzazione dello stand e le diverse possibilità di messa in mostra, ma penso che possa bastare. Come modello Bandai ha gettato le basi per nuovi standard, non prestando il fianco a particolari critiche se non quella di non raccogliere mai gli spunti presenti in alcuni modelli della concorrenza, che a veder bene si trovano nuovamente distanziate sia per qualità che rappresentazione. A voi le foto, scattate con una logica legata più ai dettagli che non alla spettacolarizzazione del modello, già più che presente nel manuale e su altri siti.
- due Soul in uno
- buone finiture
- vernice ottima
- ottima presenza
- stabilità delle caviglie
- posabilità non eccezionale
Galleria fotografica
grazie!
Un plauso alle tue recensioni che mi sto leggendo molto volentieri, dettagliate, le foto stupende e le argomentazioni e considerazioni varíe molto interessanti , complimenti!!!
E’ sicuramente uno dei miei preferiti nella mia collezione.
Bella recensione!