Giu 072017
 
Recensione Super Robot Chogokin: Mazinkaiser SKL
Produttore:
Data prod.:
19 Febbraio 2016
Materiali:
ABS, PVC, Die-Cast
Accessori:
3 coppie di mani, 2 + 1 canne delle pistole, supporto per spada, supporto per tamashi stand, spada (Kibakikatana), ali articolate
Altezza:
170 (mm)
Peso:
n.d.
Manuale:
Pieghevole bianco e nero
Fornitore:
www.zonahobby.com
Prezzo orig.:
11340 Yen

Quando Bandai sponsorizza serie animate, lo si capisce abbastanza facilmente. Escono infatti, un sacco di suoi prodotti, anche se la serie passa senza lasciar troppo il segno.
E’ il caso di questo Mazinkaiser SKL, che tanto pareva far rumore, che alla fine ha lasciato il nulla cosmico dietro di se.
Già sulla carta, a dire il vero, non si è mai capito a cosa volesse portare una rivisitazione della rivisitazione del Mazinger Z, quel Mazinkaiser che già di suo è perennemente alla ricerca di una identità, sempre in bilico fra l’universo classico di Nagai e qualcosa che vorrebbe essere nuovo, ma non lo è e finisce per sembrare una versione pimpata del vecchio e già visto.
Di questo robot, avevo già preso la versione limited, piccola ma ben fatta e probabilmente sarebbe bastata ed avanzata, come uscita. Bandai, tuttavia, ha pensato bene di riprogettarne un’altra, più grande e con più accessori e poi di riproporne un’ulteriore variante, uguale ma differente perché con le ali, al posto dell’inutile mantello e con colorazione più scuro. E’ proprio quest’ultima versione che mi sono portato a casa e che mi appresto a recensire.

La confezione

Scatola molto grande e con grafica d’effetto. Sicuramente non passa inosservata, specialmente se confrontata con lo standard degli SRC. All’interno del cartonato trovano posto due grossi blister trasparenti, dove sono ospitati il robot con gli accessori, nel primo, le ali nel secondo.

Essendo un SRC, ci troviamo davanti ad una dotazione abbastanza standard e qualitativamente l’imballo non fa eccezione. Siamo un po’ lontani dalla qualità percepita dei Soul, ma è anche vero che così deve essere, dato che ormai le differenze in dimensioni e tecnica sono risibili.

Dotazioni ed accessori

Dotazioni nella norma; tre coppie di mani, due in meno rispetto al primo SKL, la voce grossa la fanno le ali. Di dimensioni imponenti, siamo a ben 370 mm di apertura, sono articolate su tre assi e tre punti per lato. Ben scolpite, colorate e rifinite, meritano un plauso anche per come sono  equilibrate. Giusto per test, se notate nelle foto, lo scrander riesce a restare in equilibrio perfetto sulla punta anteriore, segno di una precisione fra stampaggio ed assemblaggio, esemplare. Dire l’accessorio definitivo, tanto che l’ottima spada, passa in secondo piano, nonostante sia ben realizzata ed egualmente gigantesca.

La dotazione si completa con le pistole. Nella confezione sono presenti sia le canne separate, per quando vengono impugnate singolarmente, che unite, per quando sono montate sul petto del robot. Ho trovato la realizzazione non proprio perfetta, risultando forse un po’ sproporzionate e difficili da far impugnare in modo convincente.

Qualità e finitura

La qualità complessiva è buona. Ormai è difficile trovare difetti veri, degni di questo nome. Vernice ben stesa, pochi segni sulle plastiche, dettagli fini ben realizzati. Bandai in questo è quasi una garanzia e comunque non è questo il caso in cui possa essere sollevata la classica eccezione che conferma la regola.

Relativamente ai materiali, segnalo la scarsità di metallo. Il modello, sebbene considerevolmente più alto del primo SKL limited, è anche molto leggere, restituisce una spiacevole sensazione di “plasticosità”.

Articolazioni e posabilità

Nessuna sorpresa anche per la capacità di posa e le articolazioni. Numerose e ben distribuite, restano i limiti di tenuta tipici di questa serie, ma il modello è relativamente leggere, nonostante le dimensioni. Un po’ difficile dargli una posizione composta, c’è sempre qualche elemento che rimane da posizionare meglio ed il design caotico non aiuta.

Difficile se non impossibile, trovare una posa che non possa essere assecondata. Le ali articolate aumentano ulteriormente l’insieme di pose possibili.

Fedeltà

Il Mazinkaser, di per se è già una versione riveduta del design pulito del Mazinger Z; questo SKL è un ulteriore interpretazione, molesta, di quello che potrebbe essere un robot disegnato da uno col disturbo bipolare, sotto LSD e probabilmente ubriaco. Aggiungo che questa versione, a parte le ali, si caratterizza per toni di colore più scuri (a detta di Bandai per dare riscontro ai toni cupi della serie) e con la cicatrice sull’occhio (WTF!) che si vede nella seconda serie.

Beh, diciamo che non posso dire che non sia fedele. Sia il robot che gli accessori sembrano uscire dalla seria animata, ma per meglio dire, ho il sospetto che la seria animata sia fedele ai modellini che poi avrebbero messo in commercio.

immagine di Wingle

Il robot Wingle compagna robotica del Mazinkaiser SKL e dalla quale eredita le ali.

Bellissime le ali, anche se la loro dimensione è poco ragionevole, se si considera da dove nascono. Sono infatti le ali e la coda del Wingle, la fembot della serie. Robot, che a sua volta si ispira al Soul of Chogokin della Minerva X MA, dal design derivato dal demone Siren di Devilman, che chiude il cerchio delle citazioni, dato che è proprio da Devilman che molti dettagli del design sono presi.

Come per la serie animata, in proporzione, dovremmo avere una Wingle molto più grande del Mazinkaiser, cosa che non è.

Riflessioni e soluzioni tecniche

Sempre più spesso, con il raffinarsi delle tecnologie, si assiste a produzioni animate con modelli già perfettamente adatti alla realizzazione tridimensionale di modellini con cui, la stessa casa di produzione, riempirà gli scaffali.

Se prima, era cosa difficile portare alla realtà mechadesing improbabili e che non tenevano conto dei volimi e fisicità delle parti, oggi, l’animazione è sempre più precisa e spesso vediamo mecha già dotati di articolazioni convincenti e realistiche, anche nei super robot. Come dimenticare il Guren con gli snodi Revoltech, ho il Soul dello Sheen Jeeg, perfettamente realizzato in CAD, direttamente dal modello 3D usato nella serie?

Ecco, questo SKL, non avendo molto del tradizionale, da questa impressione. Non ha molta anima, ma è fatto molto bene. Purtroppo è un personaggio fine a se stesso figlio di una produzione ancora più auto celebrativa che si fa ricordare solo per il fan service fra citazioni varie e personaggi pescati un po’ ovunque, già visti, ma con nomi diversi. Va apprezzato per le soluzioni adottate,  per quello splendido scrander che ritengo davvero un capolavoro degno di essere giocato e rigiocato.

Conclusioni e Pagella

Ci sono una serie di aggettivi che mi vengono subito in mente, maneggiano questo SKL src.

Il primo è: inutile. Inutile perché a parte il design che può piacere o meno, in vetrina non si abbina con nulla. D’altro canto è un robot che esce dal nulla e dopo la serie è quasi tornato nel nulla, quindi difficile motivarne l’acquisto spinto da qualcosa di diverso dal gusto personale.

Il secondo aggettivo è: bello. Perché oggettivamente fa la sua porca figura. Specialmente con lo scrander montato. Da diversi punti sia alla versione limited, più piccolo, sia la gemello col mantello, che poco ha da dire.

Terzo ed ultimo aggettivo è: invadete.  Inutile dire che ormai c’è una evidente sovrapposizione di dimensioni e prezzo fra i super robot chogokin ed i Soul of Chogokin e quindi che senso ha avere in vetrina modelli economici che in realtà sono grandi e costosi in egual modo? Oltre tutto con 37 cm di apertura alare, lo spazio vitale richiesto in vetrina è davvero importante.

Aggiungo che non sono previsti o prevedibili altri personaggi provenienti dalla serie, prima fra tutti proprio la bella Wingle, quindi resta destinato a restare solo.

Pensateci all’acquisto, anche se è davvero bello ed ignorante!

 

LA NOSTRA PAGELLA
: ★★★★☆
: ★★★☆☆
: ★★★½☆
: ★★★★½
: ★★★★☆
Media: ★★★★☆
PRO
  • buona posabilità e finitura
  • dotazione adeguata
  • le ali sono fantastiche
CONTRO
  • ormai le dimensioni standard sono a livello dei SOUL
  • mecha abbastanza ininfluente
  • le articolazioni col passare del tempo possono diventare cedevoli
  • prezzo

Galleria fotografica

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