Potrei cominciare col dire “chi la dura la vince” oppure “le buone idee trovano sempre una strada”, ma poco importa come si sia arrivati, fatto sta che un buon progetto ha trovato finalmente ufficialità. Nati come kit auto-prodotti, le Lady Roses di Basil no Zoukei Tamashii (qui trovate il suo sito: http://basil0619.web.fc2.com/ e qui il blog http://basil06190.livedoor.blog) le forme sinuose delle fembot trasformabili in motocicletta, sono state ufficializzate. Sebbene non da Hasbro e quindi senza un nome riconducibile alla serie transformers (coff.. coff.. Arcee?) Andiamo a vedere come è stato ingegnerizzato il progetto e quanto ha pesato l’intervento di Good Smile Company che di queste cose ne sanno…
Frutto lo spazio della premessa alla recensione per inserire un po’ di dettagli del progetto originale ed un veloce paragone.
La lady rose originale era un (garage)kit in plastica da montare.
Non di quelli di Bandai, per intenderci, ma roba che richiedeva diversi lavori in post produzione. E stiamo parlando dei primi anni 2000!
Alla fine il modello pesava poco più di 30 grammi e richiedeva una certa capacità ed accortezza, insomma.
Il risultato finale era comunque d’impatto.
Le proporzioni erano abbastanza simili al Cyclion, anche se leggermente più tozza.
Non aveva il cupolino trasparente, il passo della moto era inferiore, tibie e piedi erano più spessi. La forcella anteriore era completamente diversa. Il design era comunque clamoroso, se paragonato ai classici prodotti Hasbro.
Durante gli anni non sono mancate le varianti in colore e forme. Oltre tutto va ricordato che Basil è un vero e proprio creatore di figure. Quindi non si è certo fermato alla semplice variazione sul tema.
Tuttavia il grosso limite è sempre stato legato alla natura “amatoriale”, passatemi il termine, dei prodotti.
Con l’entrata in scena di GoodSmile, non è più così e le Lady Rose, trasformandosi in Cyclion sono passate ad un livello superiore. Anche se dopo quasi vent’anni finalmente riesco a parlare di queste figure con una certa cognizione, dato che fino ad oggi per me era stato impossibile recuperare uno dei garage kit originali.
La confezione
La confezione è piccola, compatta. Grafica vistosa, con le foto del modello su entrambi i lati. Cartone di spessore standard ma di qualità, garantisce una certa robustezza. Il modello ed i pochi accessori sono raccolti in un blister trasparente. Accompagna tutto un pieghevole di buona fattura, con fronte a colori.
Complessivamente senza infamia e senza lode, in linea con un prodotto di questo genere.
Dotazioni ed accessori
Gli accessori sono pochi, ma per un action figure sono quelli che devono essere.
Comodo e furbo il mini stand. Poca spesa, tanta resa. Le finiture sono buone.
Interessante e molto, la possibilità di piazzare le spade in diverse posizioni.
Buono il pieghevole. Altri prodotti si fermano ad un classico foglietto in bianco e nero.
Qualità e finitura
La qualità complessiva è davvero buona.
L’action figure presenta parti di materiali diverse. Il metallo è localizzato nella zona inferiore, così da offrire una maggior stabilità. Le plastiche, seppur non facciano gridare al miracolo, hanno una finitura discreta, i metalli sono placcati e la zona delle forcelle, in quel tono fumo è molto bella.
Anche la colorazione è buona e sufficientemente precisa. Solo scattando foto ad alta definizione e da molto vicino sono percettibili piccole imprecisioni localizzate, quasi impossibili da vedere ad occhio nudo.
Articolazioni e posabilità
Le soluzioni adottate non sono particolarmente sofisticate, ma funzionali. E’ facile dare una posa efficace alla figura, non scordandoci che è comunque un robot transformer. A mio parere, la parte delle braccia e spalle, paga un po’ in estetica. Forse si poteva lavorare un po’ di più sul mascheramento delle articolazioni principali.
Ho apprezzato che non si sia esagerano con la mobilità, così da garantire che anche in forma di moto, potesse stare in piedi. Ad esempio le caviglie non sono articolate.
Non ci sono perni a scatto e questo potrebbe essere un limite. Col passare del tempo le plastiche si restringono e le articolazioni potrebbero diventare lasche.
Occorre fare un po’ di attenzione ai giunti dei polsi. Trattandosi di una figura di piccole dimensioni, sono molto piccoli e sottili. C’è da temere ad ogni cambio di mano, anche se a me non è successo nulla. I femori sono in metallo.
Design
Questa voce, non esiste dato che parliamo di un design originale, per cui mi prendo un po’ di righe proprio per parlare di quest’ultimo.
Lo trovo azzeccatissimo. Anche se la Lady Rose originale era un po’ più “curvy”, la necessaria re-ingegnerizzazione ad opera di Tsuyoshi Nonaka, ha colpito nel segno. Nella versione umanoide la figura è stilosa, per certi versi sexy, anche se non volgare. Inoltre le finiture neon, le donano quel tocco in più. Anche se, a dire il vero, il colore lavanda non è proprio il primo che mi sarebbe venuto in mente.
La figura si presenta bene sia con le parti necessarie alla trasformazioni applicate, sia senza. La possibilità poi di applicare le due lame, in diversi punti è una soluzione semplice, ma efficace per aumentare le possibilità di esposizione.
Riflessioni e soluzioni tecniche
Passare da un garage kit ad un prodotto da scaffale, non è cosa da poco.
Andando a vedere il blog di Basil, è facile capire che non deve essere stato semplice. Però così è stato e spero possa non finire quei.
Il robot in se è molto bello. Il design originale non è assolutamente stato stravolto e mantiene tutta l’intenzionalità del progettista, pur essendo un modello fatto e finito.
La trasformazione, seppur all’inizio, complici le foto non chiarissime delle istruzioni, può sembrare complessa, è in realtà molto semplice. Occorre solo fare attenzione ad eventuali sfregamenti fra le parti. Fatta una volta, imparata per sempre.
In forma di motocicletta, la scala, permette di montare su una action della serie Figma, o Bandai ed il risultato resta notevole. La scelta di usare plastiche trasparenti per un effetto neon, che strizza l’occhio al mondo virtuale di Tron è condivisibile. Dona una certa eccentricità, come d’altro canto il colore, in un panorama fin troppo standard. Scelta, ritengo, fatta anche per non incorre in problemi con la Hasbro.
Conclusioni e Pagella
In mese mi son permesso di acquistare due figure di robot femminili che seguivo da tempo e che se ne fregano di apparire troppo “sexy” (ammesso che si possa trovare sexy un action figure di un robot) e delle polemiche sul fatto che un robot non ha necessità di avere un classificazione puramente umana.
Son polemiche nate, penso fin dalla prima comparsa delle prime robot con le “poppe sparanti” e di cui sinceramente ho sempre riso.
I miei acquisti partono sempre con un occhio al design. Che siano figure antropomorfe, maschili, femminili, astratte. Se mi tirano l’occhio, cerco di inserirle in collezione ed era da tanto che cercavo di accaparrarmi una Lady Rose, seppur certo della mia incapacità di montarla.
Good Smile Company mi ha dato l’opportunità di trovare la pappa pronta e per certi versi persino migliorata. Cosa potevo fare se non portarla a casa?
- design
- buona qualità globale
- prezzo all’origine non esorbitante.
- difficile reperibilità
- alcune articolazioni alla lunga potrebbero allentarsi
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