Uno degli aspetti più discutibili del DX Mazinger Z è quello di non aver una dotazione di accessori pari o superiore alla versione GX, imitando il ben più economico SRC. Ovviamente a Bandai nessuno insegna niente e quindi, quasi in contemporanea, è stata proposta quest’uscita, limited per giunta, anzi come dice Bandai stessa “Premium Bandai soul web shop limited”. Se dal lato commerciale, c’è poco da dire, lato cliente la cosa è alquanto discutibile, dato l’esborso richiesto per il DX liscio. Per fortuna il costo, tutto sommato più contenuto e la qualità complessiva degli accessori, addolcisce un po’ la pillola (anche se potremmo tranquillamente parlare di supposta).
La confezione
La scatola non presenta sorprese. E’ abbastanza piccola, rispetto a quella del DX, anch’essa è ospitata in una brown box specifica. La grafica richiama quella del prodotto principale ma è meno ricercata. Tutta la confezione è meno lussuosa, a dire il vero, non essendoci nemmeno una sovra copertina. I cartonati sono buoni, mentre gli accessori sono contenuti in due blister. La manualistica è ridotta all’indispensabile.
Dotazioni ed accessori
Parlare di dotazione di accessori per una scatola di accessori è un po’ strano. Nella scatola comunque si trova il corpo principale del Jet Scrander, le ali con relativa corazzatura, il Jet Pilder e le parti per assemblare gli Iron Cutter. Nella confezione si trovano a che due stand espositivi, meno ricercati, ma secondo me più funzionali, per esporre Scrander e Pilder insieme ed una base con sostegno per esporre il DX con lo scrander dietro.
Purtroppo di lame, da montare senza corazza ve ne sono solo due, quindi si può mostrare un solo avambraccio privo di corazza oppure montarle sulle metà scoperte di entrambi gli arti.
Qualità e finitura
La qualità complessiva è molto buona. Per fortuna o per diversa catena produttiva, questi accessori mostrano molto meno i difetti di controllo e finitura del DX. Le plastiche sono buone e tenaci, i particolari ben dipinti e precisi, specialmente il piccolo Jet Pilder. Avrei preferito la presenza di un po’ di metallo, ma suppongo che sempre per motivi legati alla stabilità e distribuzione dei pesi, sia meglio così.
Bello il disegno delle parti interne dell’ala. Peccato non aver pensato ad un effetto simile anche per il corpo principale e per la pinna verticale. Gli stand hanno una finitura molto simile a quella della serie GX.
Articolazioni e posabilità
Anche per quanto riguarda articolazioni e pose, dovendo analizzare un set di accessori, la cosa va po’ interpretata. Diciamo che i gimmick sono presenti ed alcuni sono anche nuovi.
Lo Scrander non offre il meccanismo per invertire l’angolo di freccia visto per i modelli Gx01 incluso nelle semi ali con una serie di parti articolate, ma si ispira ai modelli di Mazinger più recenti e quindi imponendo di staccare le due semi ali ed invertirne il posizionamento. Questo fa si che si possa scegliere non soltanto l’angolo positivo o negativo, ma anche dove far risultare la parte apribile, con i meccanismi in vista.
Novità, solo appena accennata nello Scrander del Mazinger S.r.C. è la possibilità, questa volta abbastanza pronunciata, di variare l’Angolo di diedro delle ali. Purtroppo non arriviamo a poter simulare la posizione di riposo, che si vede nel cartone, però questo aiuta sia per la posa agganciato al robot che come risultante estetica.
I reattori non scorrono longitudinalmente come visto nel Gx45.
Altre parti mobili le troviamo nel Jet Pilder. Questo, nonostante le dimensioni ridotte, propone la completa trasformazione per-agganciamento. Le ali si ruotano all’indietro per poi rientrare nel corpo principale. I razzi vettore, si ruotano in verticale, previo piccolo scostamento orizzontale. Davvero bello, oltre che ben dettagliato.
Fedeltà
La fedeltà non è il punto di forza di queste produzioni, tutte reinterpretate più o meno pesantemente. Se per Pilder ed Iron Cutter non c’è molto da dire, per il Jet Scrander, penso si possa sostenere che è l’accessorio con più rivisitazioni mai proposto.
Questa versione Deluxe non fa eccezione e si prende numerose licenze, rispetto all’originale. Il design complessivo è chiaramente quello di chiave più moderna, visto prima nel Gx45 e poi nel primo S.r.C.
La forma del corpo ricorda un po’ la prima versione del Gx01 e 01r+, mentre la colorazione è ispirata alla versione animata della seconda metà di serie. Dare un voto secco è impossibile, ma se è la fedeltà che cercate, qui non la troverete di certo.
Riflessioni e soluzioni tecniche
La riflessione più importante l’ho già scritta in precedenza. Questi non erano accessori da pagare a parte. Tuttavia, devo dire che sia per l’effetto estetico finale, sia per la cura di molti particolari e grazie ad un prezzo meno salato dell’uscita principale, la bilancia è quasi al pari.
Tecnicamente non ci sono particolari colpi di genio, il tutto è riconducibile a soluzioni già viste, fatta eccezione per il Jet Pilder.
Lo Scrander è una versione gigante di quella confezionata con l’S.r.C. differisce solo per colorazione ed ovviamente dimensioni, oltreché la parte dei meccanismi interni. Una volta montato è decisamente d’effetto, grazie anche all’ampia apertura alare. Interessante la possibilità di orientare un po’ le ali, giusto per dare un po’ di tridimensionalità al tutto.
Cercando un termine di paragone, direi che la versione proposta da Marmit, per il suo Daigokin è sicuramente più statica e meno particolareggiata, ma decisamente più fedele, con le ali profilate meglio (quelle della versione bandai sono piatte, mentre quelle di Marmit sono arrotondate ed aguzze) ed ha il corpo principale di metallo.
L’aggancio dello Scrander porta in dote tre frasi in più, da far dire al robot tramite il controllo remoto.
I due stand in dotazione sono decisamente più pratici, rispetto al gigantesco hangar, ma anche meno spettacolari. Sono presto tornati in scatola, come del resto il fratellone maggiore.
Conclusioni e Pagella
Purtroppo il risultato finale è talmente bello che non posso fare a meno di consigliarla, dato che arricchisce di molto l’esposizione del DX Mazinger Z, oltre alle tasche di Bandai; scordatevi però che il DX possa assumere una posa di volo convincente, almeno in orizzontale. L’articolazione della testa è ingestibile, sorprendenti invece le giunture della parte inferiore che tengono meglio di qualsiasi altro modello. Meglio una bella posa eretta.
Apprezzabili anche gli Iron Cutter ed il Jet Pilder è fatto bene ma non sono il pezzo forte.
Considerazioni, queste, che rendono ancora più irritante il fatto di aver dovuto comprare un espansione a parte per oggetti che su un qualsiasi GX avremmo trovato in confezione.
- la precisione dei particolari
- l’estetica complessiva
- completano il DX S.o.C. Mazinger Z ottimamente
- sono un acquisto a parte, limited e dalla reperibilità futura incerta
- lo scrander è pesantemente interpretato
- il DX non può assumere una posizione di volo decente
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