Serve introdurre Mazinkaiser? Vabbé spendiamo due parole su questo mecha, che per i più anziani ed ormai cresciuti potrebbe risultare estraneo, ma chi è rimasto bambino anche alla soglia dei cinquanta, conosce bene. Mazinkaiser è quello che nel mondo automobilistico potremmo definire un instant classic. Ovvero un prodotto moderno, che per concept, posizionamento e richiami, riesce a diventare istantaneamente di culto e valore, garantendo di passare da nuovo a vintage, senza temere lo scorrere del tempo, senza necessariamente essersi meritato una storia alle spalle che ne spiegasse la miticizzazione.
Oggi fa sorridere, perché per me, che ho vissuto da bambino mecha come il Grande Mazinga, il kaiser è un mecha moderno. Ed invece ha già vent’anni. Impressionante.
Comunque tornado sul discorso. Quando fu lanciata la serie animata breve, ci si ispirò ad un videogioco, in cui Mazinga Z si evolveva in Mazinkaiser, ma decidendo per un personaggio tutto nuovo. Il Mazinga originale, più forte di tutto e tutti. Talmente potente da essere nascosto dal suo stesso creatore, tanto era spaventoso. La serie conta di pochi OAV (film animati a cavallo fra serie TV e Cinmea, destinati all’HOME VIDEO) ma furono sufficienti a far assurgere all’olimpo dei robot Mazikaiser, sulle medesime orme dello Shin Getter. In effetti la storia dei due mecha è sovrapponibile, così come lo sono le tante riproduzioni proposte. Al pari, dicevo sopra, dei più vecchi robot di Nagai & C.
Il primo è stato il possente Aoshima, l’ultimo (almeno nella mia collezione) il Bandai. Andiamo di recensione, che ho già occupato troppe righe.
La confezione
Scatola abbastanza standard. Cartonati leggeri, grafiche che dopo la parentesi dei DC, son tornate a mostrare il robot, con foto più o meno d’effetto ed il nuovo family filing con la linea d’orata orizzontale che sottolinea, codice modello e nome del personaggio.
I componenti sono disposti su due livelli. Il primo costituito dal sarcofago di polistirolo per il corpo del robot affiancato da due blister contenenti ali e stand espositivo (in realtà i livelli sono tre). Un blister unico, grande quanto tutta la lunghezza della scatola, che contiene efficacemente i restanti accessori.
Come per i D.C, ormai è diventato standard trovare alloggiati dentro lo stand, in un ulteriore piccolo blister, gli accessori più piccoli. Soluzione molto apprezzata.
Dotazioni ed accessori
Dotazione non completissima, ma soddisfacente. Abbiamo, immancabile, il grande scrander con due coppie di ali per simulare la forma autonoma e quella da agganciato. Le ali sono collegate da un giunto ad angolo variabile, in modo da cambiarne leggermente l’angolo diedro (l’angolo che va dal piano orizzontale all’ala) e permette anche di portare le ali a freccia negativa.
Nella confezione sono presenti tre spade, ovvero la dotazione completa delle armi da taglio del Mazinkaiser. Tutte e tre sono dotate di elsa specifica da applicare la robot, per simularne l’estrazione.
Il pilder è presente in due varianti, una configurata per l’aggancio, l’altra classica e non deformata. Due sono anche i volti, per simulare l’aggancio ed l’attivazione, con l’accessione degli occhi.
Come i moderni SOC non ci sono più elementi sparanti, quindi mancano avambracci di questo genere e manca anche il missile centrale. La qualità degli accessori è mediamente buona. Nulla che faccia gridare la miracolo, ma nemmeno finiture particolarmente problematiche.
Qualità e finitura
La qualità complessiva è buona. Standard ma non scontata per Bandai. Non ho individuato sbavature nelle plastiche o imprecisioni nella colorazione. I materiali sono buoni, alcuni elementi, normalmente di metallo, sono plastici. Come la corazza del bacino, spalle e parte delle gambe. Nonostante questo il peso c’è ed il modello restituisce una sensazione di stabilità e sostanza.
La colorazione è semplice e forse un po’ più piatta. Avrei gradito una tinta tono su tono per le braccia con le lame ed il retro delle gambe. Come visto per altri modelli.
Articolazioni e posabilità
Questo Mazikaiser è estremamente mobile.
Presenta tante soluzioni mutuate direttamente da altre produzioni minori, come i super robot choigokin. Questo pregio è anche un difetto. Dato che tutti gli arti non presenta scatti e quindi si affidano alla sola frizione delle parti. Detto questo, a distanza di tempo posso testimoniare che non ci sono stati cedimenti.
Il dettaglio più sofisticato sono le spalle. Dotate di più punti di articolazione, svincolano parte della corazza dal movimento del giunto principale, così permettendo di far avvicinare il braccio a torace, senza troppi problemi.
le lunghe antenne e le piastre pettorali sono orientabili.
Le giunzioni meno piacevoli alla vista sono quelle di gomiti e ginocchia, che quando completamente piegate sono antiestetiche.
Le caviglie sono estensibili. I piedi in metallo, contribuiscono ad abbassare il baricentro, così da rendere molto stabile l’intera figura.
Fedeltà
Mazikaiser ha, come tutti i mecha che si rispettino, tante interpretazioni. A partire dal videgioco, per passare al fumetto ed arrivare agli OAV. Diciamo subito che questo GX rappresenta l’idealizzazione. Non è possente come quello anime, di cui Aoshima resta la miglior interpretazione possibile. Non è snello e barocco come quello del video games, rappresentato ottimamente dal Max Factory e non è diabolico come quello del manga.
Ha i colori dei più recenti DC, anche la scala è paragonabile. Mentre le proporzioni sono più ragionate, anche rispetto al SRC.
Riflessioni e soluzioni tecniche
Devo dire che son rimasto un po’ perplesso per la scelta di dotare il modello di articolazioni tipicamente usate sugli SRC. Ovviamente sono adeguatamente maggiorate ed il passare del tempo, mi conferma che a differenza di altri, non hanno ceduto di un millimetro. Tuttavia resta la percezione di risparmio applicata ad un prodotto che tanto economico non è.
Mancano poi i gimmick classici. Non dico di replicare il turbo smasher punch, ma almeno non mi disegnare sul bacino il missile centrale. Fallo e basta.
Conclusioni e Pagella
Il Gx75 è in generale un bel modello. Manca dell’effetto WOW, presentando soluzioni già viste. In pratica è un grosso SRC più proporzionate e meglio rifinito. A mio parere, in vetrina, Aoshima ancora non si batte. Ma il tempo non è stato clemente. Le articolazioni sono lasche, i dettagli erano già grossolani all’epoca ed oggi sono quasi inaccettabili. Sicuramente resta un pezzo impattante ma se si cerca una figura posabile e molto maneggiabile allora questo Bandai è la versione giusta da portare a casa.
Il mio bimbo interno però non accetta la questione di non poter sparare qualcosa!
- qualità complessiva
- bello grande anche se non grandissimo
- stabile
- l’interpretazione data, per quanto valida, non ha un corrispettivo
- non ha gimmick ed il missile centrale è solo disegnato
- rapporto prezzo contenuto, al limite
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