Io ‘sto Goldrake non lo volevo comprare… ma poi mi si presenta l’occasione e vabbé cedo. Lo lascio pure svernare un bel po’. Faccio cose, vedo gente e non ho tempo per fargli le foto. Oltre tutto lo spazio in vetrina è sempre più agli sgoccioli. E poi la scatola è così bella. So già cosa non mi piace di questo S.o.C. e quindi che lo tiro fuori a fare. Ci son già così tante recensioni!
E invece…
E invece sì, avevo ragione, era meglio se lo tenevo in scatola.
La confezione
La scatola si sposa perfettamente con i precedenti D.C.
Le illustrazioni che richiamano lo stile Toei classico, accompagnano, sul retro le foto del modello e di tutti gli accessori in dotazione. Cartone e disposizione degli elementi è identico alle produzioni facenti parti della famiglia D.C. e più ampiamente dei S.o.C. di piccola taglia. Nulla da eccepire né da sottolineare rispetto a quanto già indicato per i predecessori.
Dotazioni ed accessori
Fondamentalmente c’è da mettersi l’anima in pace. Questa non è una versione completa. A parte l’ipotesi di trovarci una futura versione S o Deluxe, con tutto dentro come quella del Gx04s, è poco rassicurante, ma questo Gx76 è scarso di suo. Manca un elemento iconico e facente parte di quel concetto di UFO (robot) che è Grendizer. Lo spazer è una imperdonabile mancanza.
Poteva mancare le S.r.C. non doveva mancare qui.
Gli accessori, sempre nella filosofia dello stacca/attacca, son ben realizzati. Le alabarde prevedono il sezionamento in tre segmenti: le punte per creare gli arpioni; gli steli agganciabili per creare l’alabarda spaziale (double harken) e le lame a mezza luna. Parlando di lame, quelle montate sul robot hanno una forma specifica e son tenute in posizione da un singolo pernietto, quindi l’inserimento non è guidato da solchi, come accade nel busto del Gx04. L’alabarda è solida e non flessibile, anche se garantisce una certa maneggevolezza per farla impugnare dal robot, senza troppi grattacapi.
Per simulare le tre combinazioni dei petali sugli avambracci, vi sono altrettante varianti di accessori, compresi avambracci specifici.Premesso questo, il resto degli accessori è abbastanza soddisfacente e la qualità c’è. Abbondate set di mani alternative.
Conclude la lista l’ormai classico, nuovo stand modulare con due diversi sostegni, uno mobile ed uno più rigido e lo scomparto col blister degli accessori più piccoli.
A proposito dei blister, non ho aperto dicendo che il robot è ospitato nel solito, classico, sarcofago di polistirolo tenuto in posa da un coperchietto trasparente (al posto del cartone) e che gli accessori sono smistati in due blister di piccolo formato.
Qualità e finitura
Qui va fatta una premessa. Purtroppo il mio esemplare è fallato in un punto anche importante, come la testa. Ero indeciso se far rientrare questo “difetto” nella valutazione complessiva, ma alla fine preferisco dargli un peso minimo, anche in ragione di quanto rilevato da altri recensori.
La qualità complessiva è buona, non vi sono visibili, segni di stampo o degli sprue.
Rispetto al Gx04, molti particolari sono in plastiche più rigide e quindi più stabili e meno sottoposte a deformazioni. Fra tanti, le punte degli avambracci, che sono mille volte meglio di quelle flessibili del vecchio GX.
Buona distribuzione del metallo, che garantisce una certa “consistenza” a questo Grendizer in salsa Toei.
Le corna, seppur con finitura metallizzata, sono finalmente bicolore.
Articolazioni e posabilità
A mio avviso, l’aspetto meno piacevole di questa serie D.C. sono i copri spalle.
Passo indietro e ricordiamoci che questi SOC, praticamente non hanno spalle. Meglio, le spalle sono svincolate dalla struttura esterna e quindi è come se esistesse un manichino con in dosso una specie di armatura. Al vertice dell’articolazione della spalla c’è un piccolo snodo sferico, dove agganciato e libero di muoversi c’è il pezzo di spalla visibile dall’esterno.
Onestamente, tutta ‘sta complicazione per non avere fessure nella corazza, come i GX classici, non riesco ad apprezzarla, non risultando nemmeno funzionale o esteticamente apprezzabile, dato che spesso tende a saltar via la copertura oppure a rimanere disallineata dal corpo, in una posizione innaturale.
Il resto della struttura è ben articolato e garantisce un buon range di pose. Sono presenti due corazza per il bacino, con incavo scavato. Migliorano la mobilità dei femori, a scapito dell’estetica. A proposito dei femori, questi sono bicolore, per mascherare un po’ quando applicata la placca sgambata.
A differenza del GX04, che era sostanzialmente impalato, anche il busto è articolato, sebbene ci sia una cerniera davanti al ventre, che l’occhio fatica ad ignorare. Ho dovuto smontare, per capire, che l’ articolazione così concepita, non ha apparentemente motivazione, dato anche la scarsa mobilità ed escursione.
Buono il lavoro delle ginocchia, l’unica articolazione a scatti. Le caviglie sono estensibili. La testa è orientabile in posizione di volo, anche se, senza spazer non ce ne facciamo nulla.
Fedeltà
Come per gli altri D.C., anche in questo Gx-76 è decisamente fedele. Escludendo forse la fronte un po’ ampia alla fine ci troviamo davanti alla migliore rappresentazione delle versione TOEI di Grendizer. Rispetto al GX04 abbiamo colori più fedeli, anche se ancora non proprio “anime version”. Proporzioni anatomiche più corrette ed altezza, rispetto ai Mazinger, più coerente.
Perdiamo, come del resto, anche per gli altri D.C. l’effetto giocattolo. Non ci sono gimmick sostanziali, quindi nessun pugno sparante o arti rientranti. Perdiamo anche un po’ dell’epicità data da bandai ai primi SOC, con petto gonfio, braccia relativamente corte e testa piccola, a favore di una maggior antropomorfizzazione della figura.
Riflessioni e soluzioni tecniche
Con un po’ meno metallo e qualche strano accrocco, che ancora non capisco, questo GX76 conferma quanto di buono portato dalla nuova serie DC. C’è una grave mancanza nella confezione, inaccettabile a mio parre: l’assenza dello spazer.
Come dotazione doveva essere pari al Gx04, anche a costo di subire un esborso maggiore, per portarselo a casa.
Tecnicamente c’è poco da eccepire. Quelle dannate spalline, che proprio non digerisco e quello snodo, a volte visibile, sul ventre. Altre pecche non se ne individuano, se non che ho avuto la sfortuna di trovarne uno fallato sulla fronte.
Conclusioni e Pagella
Il Gx76 è un modello desiderabile.Nella mia personale classifica, al di là degli evidenti vantaggi, rispetto al vetusto Gx04, non riesce tuttavia a scalzare il vecchietto dal suo posto in vetrina. Sarà per tutta la storia dietro al quarto S.o.C., sarà per la completezza del set, ma nonostante l’evidente miglioramento e la superiorità rappresentativa, il Grendizer D.C. non riesce ad essere soddisfacente quanto il vecchio predecessore.
- è il Grendizer della TV
- molto più articolato del vecchio Gx04
- stabile
- manca lo spazer, il disco, quello che lo fa definire UFO!
- non ha gimmick
- lo snodo sul ventre è brutto
Galleria fotografica