Ago 172005
 
Recensione Soul of Chogokin GX-24 TETSUJIN 28-go
Produttore:
Data prod.:
Settembre 2004
Materiali:
ABS, PVC, Die-Cast
Accessori:
set di mani, radiocomando, figurino del pilota, stand classico
Altezza:
164 (mm)
Peso:
400 (g)
Manuale:
pieghevole a colori
Fornitore:
Importazione diretta
Prezzo orig.:
7150 yen

Quando il 15 aprile 2004 venne battuta la notizia della scomparsa del maestro Mitsuteru Yokoyama, il mondo dei robo-fan ebbe un sussulto. In maniera improvvisa e triste se ne era andato il vero indiscusso padre dei robot giganti animati. Il Super Robot 28 o Tetsujin 28 Go infatti risale al lontano 1963 e da allora, bé tutti sanno come è andata.

Bandai sia per omaggiare il maestro, sia per l’anniversario della serie fece uscire la più bella riproduzione del t28 mai prodotta, classificandolo al 24o posto della sua serie S.o.C.

Va detto subito che questo modellino è la rappresentazione del primo t28 animato e non di quello visto anche in Italia e dalle linee tipicamente anni 80. Per questo molti hanno storto un po’ il naso vedendo quelle linee bombate e poco aggraziate. Altro motivo di scontento è stato il ridimensionamento delle parti in metallo, a favore di un più ampio uso di materie plastiche.

Mentre il lato estetico rimani una mera questione di gusti (a me piace), l’indubbia goffaggine delle linee del robot è meravigliosamente vintage, come lo sono l’apparente staticità ed ingenuità di alcuni dettagli. I primi robot di Yokoyama sono più o meno tutti così ed è questo il bello.

Detto questo passiamo ad un’analisi attenta del modello in questione, che se bene rappresentante un vecchio robot, di soluzione nuove ne presenta a piene mani.

Aprendo la confezione, di dimensioni standard per la serie, si nota subito la presenza di un unico blocco di polistirolo, in stile Aoshima. Il robot è pre-assemblato e fermato con due spessori, mentre alla sua destra trovano posto tutti gli accessori, compreso il piedistallo. Nella confezione è presente un foglietto pieghevole (al posto del compianto librettino) e la miniatura del bambino che pilota il robot tramite un radiocomando. Infine chicca finale c’è una rappresentazione del radiocomando stesso.

Assemblando le poche parti del robot, si notano subito alcuni aspetti interessanti. Il corpo principale è completamente plastico, questo probabilmente, sia per alleggerire la figura che altrimenti risulterebbe fortemente sbilanciata ed instabile, ma anche perché il robot al suo interno ha un sistema elettrico per l’illuminazione degli occhi. L’interruttore per attivare il circuito si trova dietro all’altezza delle spalle e coperto dai missili dorsali (una volta montati). Il corpo principale, inoltre, mediante una rotazione del busto di 90 gradi si divide un permettendo l’accesso al vano batterie. Altro aspetto di rilievo è la colorazione, che contrariamente ai modelli precedenti è di tipo sfumato. Questo dona al modello un aspetto estremamente rifinito ed elegante, nonché aiuta a migliorare la qualità percepita in generale. Infine, ulteriore elemento meritevole di menzione e sicuramente da riproporre nelle prossime uscite sono i sistemi di articolazione.

Nonostante l’aspetto tozzo e goffo, questo Gx24 propone una mobilità fuori standard. Da segnalare su tutto l’articolazione del piede, apparsa solo sui più longilinei Evangelion; il bacino inoltre presenta un sistema a slitta che dona estrema flessibilità alle anche del robot. Infine è molto apprezzabile il rifacimento dell’ articolazioni di gomiti e ginocchia, dove la parte interna dell’articolazione stessa è dissimulate e segue il profilo dell’arto, invece che esporre il semplice meccanismo.

Tutti questi dettagli e la particolare cura nelle rifiniture, già rendono il Gx24 meritevole di acquisto, ma resta da parlare di almeno un altro paio cose.

Dentro la confezione sono presenti 3 set di mani, ben modellate e colorate, ci sono i missili dorsali, che però paiono l’elemento meno convincente del prodotto, in quanto molto semplici e poco rifiniti, la miniatura del pilota (che francamente non mi dice niente) e un telecomandino che se avvicinato allo sterno del robot simula la sua attivazione, facendo virare dal giallo al rosso gli occhi.

Completano la dotazione una versione del braccio danneggiato ed il solito piedistallo.

Ribadisco la scomparsa del classico libretto a più pagine, a favore di un più misero pieghevole. Male Male Male.

In conclusione questo T28 mi sento di sconsigliarlo solo a chi non conosce o non apprezza il suo design, avvertendoli però che si perdono un gran bel modello.

LA NOSTRA PAGELLA
: ★★½☆☆
: ★★★☆☆
: ★★★★☆
: ★★★★½
: ★★★½☆
Media: ★★★½☆
PRO
  • nuove soluzioni
  • notevole posabilità
  • gimmick interessanti
  • buona colorazione
CONTRO
  • meno metallo del previsto
  • il design può non piacere
  • un po’ piccolo

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