Potrei star a discutere per pagine sul perché e per come, tantissimi nuovi nomi sono nati e poi morti, come produttori di action figure e giocattoli da collezione, la verità è che a fronte di una certa crisi dei paesi occidentali, in altri paesi in crescita il progressivo invecchiamento della popolazione ha portato, come successo da noi, gli attuali 40’enni a cercare i vecchi ricordi d’infanzia ed a farlo con i portafogli belli gonfi. Di conseguenza, un po’ tutte le fabbriche che prima producevano solo per i grandi blasoni, oggi tentano di ricavarsi un piccolo spazio, sia lavorando in proprio e poi mascherandosi dietro a marchi più o meno riconoscibili, sia inventandone di nuovi, per aggirare spesso il problema di diritti e distribuzione di prodotti licenziati, specialmente se parliamo di distribuzione su territorio giapponese.
Fra i tanti, per proposte e promesse, si è evidenziata la Tailandese BU Toys, che poco meno di un paio d’anni fa, presentò una serie di prototipi di action figure die-cast/abs, davvero interessanti e dalle licenze abbastanza succose. Dei tanti, fra cui le due/tre versione Cyberog di Hiroshi Shiba un discreto Tekkaman, il solo arrivato sugli scaffali e poi distribuito anche qui da noi è stato il Kyashan versione classica e black.
La confezione
A voler subito rovinare la sorpresa, potrei dire che la confezione è sicuramente la parte più bella di tutto il modello. Cartonato spesso e grafiche strepitose, sono accompagnate dalla struttura a vetrinata tipica delle produzioni di pregio. Anche le dimensioni compatte, sono più che azzeccate.
Un po’ meno bene l’interno. Assente il polistirolo, i pezzi sono ospitati in due blister trasparenti decisamente standard. Quanto alla scelta di usare in copertina disegni al posto di fotografie, c’è un motivo ed è pienamente condivisibile.
Dotazioni ed accessori
La dotazione non è affatto scarsa, considerando il personaggio. Inutile negare che al di là della testa alternativa con altrettante mentoniere e delle numerosi mani, il pezzo più interessante è l’amico fedele Flender. Più che un accessorio, un secondo personaggio.
La qualità generale è in linea con il modello. Buono lo stand espositivo, anche se il braccetto fa fatica a svolgere il suo compito con efficienza e l’aspetto complessivo di oggetto a buon mercato.
Qualità e finitura
Volendo riassumere la qualità è appena sufficiente. E con questo potrei già chiudere perché la classificazione è trasversale a tutti gli aspetti che compongono questa voce.
Rispetto al prototipo, abbiamo un percettibile calo nella definizione dei dettagli, tanto che il volto, unico elemento veramente caratterizzante, non lo è affatto e non si scorgono segni di somiglianza con il ragazzo androide né della serie animata né delle varie illustrazioni, ciclicamente proposte. Le plastiche, non sono affatto male, ma la loro lavorazione e consistenza, non restituiscono una grande qualità percepita. Veramente scarse le due pistole applicate tramite un balljoint che pare sputato lì, senza troppo impegno. Tendono ad inarcarsi.
La verniciatura va dallo scarso al sufficiente, toccando vette imbarazzanti per i dettagli del volto. Davvero poco condivisibile la scelta di cambiare il fondo da pastello a perlato, per il costume.
Le stesse considerazioni possono essere espresse per tutti gli accessori e per Flender, che però si salva, forse per i colori più vivi ed i dettagli da rappresentare minori.
Articolazioni e posabilità
Le numerose articolazioni, garantiscono alla figura una buona posabilità, al contempo l’estetica non è troppo danneggiata dalle soluzioni adottate che risultano modestamente visibili e quasi sempre ben raccordate. In sostanza le soluzioni adottate, in alcuni casi semplici, risultano comunque efficaci e sicuramente fra i difetti di questa produzione, non c’è la scarsità di esposizioni che possiamo immaginarci. Da segnalare che l’estetica ha comunque prevalso su una piena capacità di articolare la figura e che quindi i compromessi ci sono. Specie nella zona femorale.
Fedeltà
La fedeltà del prototipo era buona, della figura in serie abbastanza scarsa. Come anticipato, di Kyashan è il volto che caratterizza il personaggio. In questa action figure i lineamenti del cyborg non sono riconoscibili né espressivi. Un po’ meglio va con la mentoniera attaccata, ma il dettaglio degli occhi è scoraggiante.
Meglio Flender, che per forza di cose, era difficile rendere irriconoscibile. Entrambe le figure risultano però fisicamente appesantite.
Riflessioni e soluzioni tecniche
Purtroppo, da sempre, la presentazione del prototipo, complice anche una fase di rifinitura o presentazione al licenziatario, difficilmente corrisponde poi a quello che sarà il prodotto finito. E’ vero per tutto, dalle auto ai prodotti per la cucina ed è ovviamente così anche per i modellini – giocattoli. A volte va bene, a volte va male e questa è una delle volte dove in sostanza, poteva andare meglio.
L’errore principale è stato scegliere una colorazione di fondo, perlata. Non ha molto senso, si discosta dalla tinta pastello o versione animata e aiuta ad evidenziare i difetti di finitura sparsi un po’ su tutta la figura. Le imprecisioni di colorazione poi fanno il resto.
Conclusioni e Pagella
In definitiva il prodotto in esame non si può definire pessimo. Sicuramente ha anche alcuni pregi. Primo è una delle poche rappresentazioni di Kyashan articolate e di una certa presenza. Flender è anch’esso un bell’accessorio ed in fin dei conti sono entrambi ben posizionabili. La scatola è bellissima.
Per contro c’è tutto il resto. La finitura è scarsa, la verniciatura approssimativa ed i materiali gridano cheap a squarcia gola. Aggiungiamo che il costo, per ragioni sicuramente giustificate non è abbordabilissimo e che le numerose uscite che dovevano seguire il ragazzo androide si sono volatilizzate in un batter d’occhio. Vistando il sito del produttore, si vedono idee abbastanza confuse,fra magliette, prodotti vari prototipi di cose ancora da assemblare e se poi arriviamo anche ad un finale come questo, occorre davvero avere molta tolleranza per portarsi a casa un loro prodotto fatto e finito. A volte la buona volontà da sola non basta.
- buona posabilità
- dotazione adeguata
- figura di buone dimensioni e presenza.
- tutto, eccetto la scatola, risulta economico
- dettagli del volto scarsi
- non c’è stato seguito alla produzione di altre figure
- costo sproporzionato
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