Premessa
Da zero a cento in tre mesi, questo è quanto è successo a chi attendeva un chogokin di Kotetsu Jeeg e c’ha dovuto pensare Cm’s. L’uscita dei Brave 35, 37 e 38 ha completato tutto il riproducibile e vendibile di questa serie, almeno contando il mecha caracter principale. Aggiungiamoci anche che Cm’s fa uscire pure un figurino prepainted di Himika e capiamo bene, quanto quest’azienda si sia accorta che alla fine Jeeg vende e come (probabilmente più all’estero che in Giappone), tanto che a cavallo delle varie presentazioni e pubblicazioni, altre aziende si sono buttate a capofitto, presentando varianti ed interpretazioni del metallico robot magnetico.
Altra nota di merito che va sottolineata è che Cm’s ha intelligentemente accolto l’idea di fornire la confezione di Option Parts con ben tre busti completi di Jeeg, invece che uno solo. Così ha praticamente dato un senso al prodotto, che altrimenti sarebbe stato meno appetibile, considerando i tipici (alti) prezzi della compagnia in questione.
La versione oggetto della recensione, sarà appunto la limited standard color, che al di là della finitura pastello, più fedele alla versione animata, è a mio parere, l’unica versione da prendere in considerazione.
La confezione:
Dopo la parentesi dei Brave 36 e 37, si torna alle scatole “importanti”. La grandezza della confezione comunque rispecchia il numero di componenti e trovo anche intelligente mantenere uno stile simile a quella del Jeeg. Cartonato e grafica mantengono il life motive di cm’s, come nessuna sorpresa giunge dal polistirolo che contiene i vari componenti, tutti avvolti dal proprio cellophane e ben spaziati.
La disposizione è curata e raggruppata per tipologia, per cui al centro troviamo le parti aeree, sulla sinistra quelle terrestri ed a destra le marine, sotto trovano posto i missili delle due configurazioni veicolari. Sul retro troviamo, fissati con un semplice scotch i tre busti ed i copri vite, questi sono solo per un busto.
Dotazione ed Accessori:
Parlare di dotazione ed accessori per una confezione di accessori è abbastanza difficile. Alla fine quello che viene rappresentato nel cartone c’è tutto e la versione limited presenta tre busti in ABS invece che uno solo, non si prende il massimo dei punti perché non hanno pensato ai copri vite per i busti supplementari. Ingombrante il “carrellino” per completare la trasformazione aerea. Sinceramente non lo avrei concepito per restare agganciato in configurazione robot, tanto non lo monterò mai così.
Qualità e finitura:
La qualità e finitura di Cm’s è altalenante sia per singolo prodotto che all’interno del prodotto stesso. Come per il Jeeg qui ci sono luci ed ombre ben evidenti. Per la maggior parte degli elementi le plastiche sono ben rifinite ed i colori ben distribuiti. I particolari sono sufficientemente sottolineati, ma ci sono in alcuni casi delle sbavature imperdonabili. Le sky part non hanno le parti rosse dipinte anche internamente e quel che è peggio, nel mio esemplare, presentavano delle filettature dovute al residuo di colore. Inoltre ho trovato poco adatta la finitura metallizzata e cromata data ad alcuni elementi. Decisamente una cattiva idea, infine, quella di presentare le trivelle separate in due. Troppo visibile la giunzione. Consiglio a Cm’s di vedersi la trivella del Getter due nel Gx06 di Bandai.
La presenza di metallo è prevedibilmente limita, probabilmente per una questione di bilanciamento (oltre che di produzione). I tre busti forniti, si sapeva già che erano di ABS, ma sono ben rifiniti. Obbiettivamente messi accanto al busto di metallo, si notano le tinte sicuramente più spente e quella classica trans lucentezza tipica del materiale.
Articolazioni e posabilità:
Sembra strano a dirsi ma la posabilità in generale è buona.
Pur trattandosi di una scatola di accessori, la presenza dei tre busti componibili e quindi identici come articolazioni al Brave 35, praticamente fa si che si abbiano tre robot a disposizione.
Le componenti terrestri sono gli unici che non presentano una trasformazione in forma veicolare, per cui presentano molte analogie con il Jeeg classico. I limiti, dunque, sono i medesimi, con articolazioni affidate a magnetici e sfere metalliche, vincolate da coppette di plastica che guidano e sostengono il movimento. le spalle, presentano la dentatura già vista nel precedente modello e si posizionano con analoga facilità. Le trivelle presentano due agganci, il principale è sferico, ma alternativamente si può sfilare anche la sfera, quest’ultima alloggiata in una coppetta che presenta un connettore di sparo, compatibile con gli avambracci classici. Complicazione inutile, secondo me. Per facilitare il mantenimento della posizione orizzontale, sugli stinchi è presente un gancetto a scomparsa, un po’ difficile da estrarre, al quale viene lasciato il compito di tenere unite le gambe. Queste non presentano particolari meccanismi a scomparsa per aumentare l’angolo di piega delle articolazioni, cosa vista nelle gambe classiche, ma che alla fine, causa instabilità generale, è difficilmente usata.
Le marine parts in forma antropomorfa soffrono un po’ del design massiccio e della sostanziale assenza dei piedi, ma è evidente che la loro vera forma è quella veicolare. Tuttavia, anche così, garantiscono una posabilità accettabile. Anche queste, come quelle terrestri, presentano le coppette ed un fermo per tenere agganciate assieme le gambe. Altro elemento comune è una piccola scanalatura, che mi son dimenticato di menzionare per le earth parts, destinata a fare da riferimento per il posizionamento corretto di anca, coscia e stinco. Le marine offrono l’articolazione anche sul gomito, ma l’escursione è limitata. Dove si evidenziano le differenze è nella trasformazione. Le parti marine infatti sono caratterizzate da alettoni a scomparsa, particolarmente delicato quello anteriore.
Se esposte trasformate, occorre fare attenzione al posizionamento perché comunque i femori tendono a non sostenere le gambe e quindi occorre uno stand che ne preveda il supporto.
Ancora più estreme le sky part. Nella configurazione robot, le gambe offrono una buona posabilità, presentando gli elementi comuni già citati in precedenza, più i femori che possono retrocedere leggermente (facilità la modalità aerea), i piedi piccole e le braccia a forma di ala, consigliano un attento posizionamento. Le braccia sono interessate da un’articolazione alla spalla, simile a quelle tradizionali, ma che termina con un sistema a ribaltamento, dedicato alla trasformazione.
Questa avviene in due step importanti, più in attento posizionamento degli elementi sia superiori che inferiori. Per aiutare il risultato è presente un accessorio abbastanza ingombrante, che però simula la trasformazione completa (nel cartone ci sono trasformazioni fluide oltre che meccaniche e quindi impossibili da rendere).
Una volta trasformato, la posabilità in orizzontale, richiede comunque uno stand specifico, ovviamente non incluso, altrimenti i femori e le spalle faranno fatica a garantire l’allineamento corretto.
Infine, le caviglie sono dei semplici perni uni ball. Per la trasformazione, invece che posizionare i piedi accoppiati e ruotati, visto anche l’aspetto un po’ esiguo delle stesse, ho preferito rimuoverli.
Interessante il meccanismo che gestisce il vuoto creato dalle due metà concave delle ali. Una soluzione soltanto apparentemente semplice ma che risulta decentemente efficace.
Tutti gli elementi presentano un’intelligente gommatura sotto ai piedi. Le teste ed i busti forniti, purtroppo non offrono particolari alternativi, rispetto a quello standard, che aiutino le pose in volo/orizzontale. Peccato.
Fedeltà:
Penso che questi componenti siano straordinariamente fedeli, forse anche troppo.
Indubbiamente le sky e marine parts presentano dei compromessi più che accettabili. Certo avrebbero potuto raffinare qualche soluzione, come le eliche a vista solo lateralmente ed accennate sul retro. Qualche colore sarebbe stato da dare con più accortezza, lavorando meglio sul ciclo produttivo, però tutto sommato il risultato è apprezzabile, i toni di colore sono quelli giusti e centrano l’obiettivo.
Anche le earth parts sono adeguate, tuttavia, presentano la classica cavolata di Cm’s. Se paragonate con le foto dei prototipi, notiamo subito come si sia optato per una colorazione metal per le trivelle e cromo per le spalle. Il tutto, stona rispetto alle tinte pastello di tutto il resto, la definirei quasi come una “cineseria” tanto è trash. Specialmente le ruote sulle spalle, così cromate, perdono in dettaglio. Poi c’è stato messo pure il carico.
Purtroppo, in uno slancio di zelo, è stato replicato l’errore di renderne asimmetriche le punte, come si vede in alcune scene del cartone. Scelta a parer mio ancor più discutibile e in tendenza con quello fatto sul Tekkaman, con il ripensamento del design all’ultimo minuto. Piccolo dettaglio, i carrelli degli stinchi, hanno il cingolo funzionante ed in gomma, ma i profili sono finti.
Ovviamente, se si fosse optato per soluzioni non trasformabili, si sarebbe potuto ottenere versioni più fedeli delle modalità veicolari, come fatto da Evolution Toy, scontentando però chi preferisce soluzioni all in one. Alla fine, l’estetica ha compromessi più che accettabili e l’accessorio per le sky parts fa decentemente il suo lavoro.
Le soluzioni tecniche
Gran parte delle soluzioni adottate, sono mutuate direttamente dal Brave Jeeg, quindi tutta le articolazioni magnetiche, coppette comprese, con i noti limiti. La stabilità è leggermente migliore in quanto le gambe sono solo in parte di metallo e quindi più leggere.
La trasformazione delle sky part è abbastanza critica, però si riesce a portare a termine facendo attenzione ai singoli passaggi. Le marine parts sono più semplici, anche se gli alettoni anteriori sono da trattare con riguardo. Tutte hanno quel malefico gancetto per tenere aderenti le gambe, decisamente difficile da far uscire dalla sua sede.
Sicuramente avrei preferito che si inventassero un’articolazione più specifica per il collo, così da poter esporre le configurazioni orizzontali.
Un accessorio interessante sono le spalle specifiche per i componenti marini. Queste presentano un design senza aperture strane, con fulcro spostato nella zona ascellare e mantenendo la sfera ben coperta. Bene queste, sono le migliori spalle di jeeg viste ad oggi e sono pure di metallo.
Le poche parti sparanti, non soffrono del problema dei pugni iper sensibili del Jeeg standard.
Con una certa attenzione, dato che la cerniera sta pericolosamente vicino al busto, possono essere efficacemente usate sul jeeg standard.
Conclusioni:
Alla fine, possibile che una scatola di accessori prenda più del modello a cui sono destinati?
E’ possibile ed il motivo è abbastanza semplice, questo set è da considerarsi nella versione con i tre busti e quindi che garantisce ben tre versioni di Jeeg da esporre in un colpo solo. Aggiungiamoci che la qualità costruttiva è adeguata, seppur carenti di metallo, il design è buono, i materiali plastici rifiniti bene, qualche incertezza random sulla verniciatura che meritava più attenzione. Non avrebbe fatto schifo nemmeno una riprogettazione della testa, con un’articolazione sul collo e non parliamo del cromo/metal e dei denti delle earth parts, che gridano vendetta, ma in questo caso è tutto sommato facile perdonare le solite cavolate che Cm’s deve per forza inserire.
Da prendere in senso assoluto, se si vuol completare la componentistica di Jeeg, avere delle spalle decenti e poter mettere in vetrina ben quattro Jeeg, ma a ragion del prezzo, tutto questo, vale solo per la versione con tre busti.
- ampia dotazione con tre busti compresi
- buona qualità complessiva
- design fedele
- poco metallo
- alcune parti cromate sono fuori tema
Ciao, oggi non lo so. Non siamo un sito di vendita, quindi non ho quest’informazione.
il prezzo per favore? e anche l’altezza. grazie
al momento non saprei proprio.
Ma il prezzo di questo Jeeg?
grazie