Set 082013
 
Recensione Transformers MP09: Rodimus Convoy
Produttore:
Data prod.:
Dicembre 2010
Materiali:
ABS, PVC
Accessori:
trailer, saldatore, lama rotante, due pistole (Photon Laser Alpha e Beta) assemblabili in fucile, manualetto e card del personaggio.
Altezza:
230 (mm) + 10(mm) Prime
Peso:
300 (g)
Manuale:
pieghevole bianco e nero.
Fornitore:
Jungle Japan
Prezzo orig.:
16800 yen

Takara, da non molto Takara Tomy è, per chi non lo sapesse, la casa madre di tutti i transformer, prima che questi si chiamassero tali ed anche se in Italia ci son state formalmente della pause, non ha mai smesso di infoltire il brand con nuove versioni di nuovi e vecchi soggetti.

Fra le tante linee proposte, più o meno commerciali, una in particolare è dedicata al mondo dei “bambini più grandi” i Master Piece.

Va detto che Takara, tende a mescolare le carte e spesso si trovano linee di prodotti imbastardirne ed i MP non fanno eccezione.

Come il nome lascia intuire i masterpiece dovrebbero rappresentare il punto di culmine della produzione transformer, offrendo design fedeli, estetica ricercata e trasformazioni perfette. Debuttato con il mitico MP01 Optimus prime in scala, decisamente, grande e con particolari all’altezza del nome, ma col passare del tempo le scale sono saltate e soprattutto non vi è mai stata una coerenza di design, l’estetica in alcuni casi è andata a farsi benedire ed anche le trasformazioni in alcuni casi si son rivelate cervellotiche e afflitte da pesanti compromessi, almeno fino alla decima uscita che ha, di fatto, azzerato tutto e si è ripartiti con nuovi standard e nuove dimensioni.

Questo 09, quindi segna una sorta di linea di confine, caratterizzandosi con caratteristiche tipiche sia della prima stagione che della seconda.

La confezione

La scatola è ben proporzionata ed il cartonato è molto spesso. Le stampe sono di qualità. Complessivamente siamo in linea con le precedenti uscite.

La grafica è sobria e coerentemente presenta un fondo nero con le foto del modello in primo piano, lucide, rispetto al fondo opaco. Così come sono lucide tutte le scritte, in sostanza sono applicate successivamente alla stampa della scatola.

Sul frontale è visibile anche la scritta che ricorda l’anniversario del 2010.

E’ presene la numerazione del modello ed il nome originale del personaggio. Sul retro, si trovano le foto di dettaglio, mentre sulle fiancate sono riprodotte le varie trasformazioni.

I vai elementi sono raccolti in un unico, grande, blister trasparente.

Dotazioni ed accessori

La dotazione di accessori è allineata alle caratteristiche del personaggio proposto. Di quello che si vede nel film e poi nella serie, non manca nulla. Alcuni particolari potevano essere fatti meglio, tipo la lama rotante, ma ci sono.

Il pezzo più grande è il trailer, che presenta una finitura accettabile, allineato come qualità ai pezzi più comuni. Le armi sono dotate di un meccanismo a molla che permette l’assemblaggio in unico fucile.

Non c’è stand espositivo, ma di suo il trailer è in grado di ospitare tutti gli accessori disponibili e se aperto è un ottimo espositore.

L’accessorio peggio riuscito, secondo me, è la matrice. Sicuramente è ben rifinita ma è fuori scala, risultando ridicolmente piccola.

Qualità e finitura

La qualità complessiva è soltanto discreta. Non vi è praticamente metallo se escludiamo i piedi e le plastiche non sono particolarmente pregiate. Alcuni particolari risultano decisamente fragili, basta cercare su internet per provare segnalazioni di alcuni gancetti spezzati.

Nel mio esemplare ho evitato di insistere su alcuni movimenti, con il risultato di non riuscire ad effettuare una trasformazione perfetta, ma allontanando lo spettro di parti rotte o fessurate.

Anche la verniciatura e la tinta in generale non è ai massimi livelli. I dettagli sono leggermente sfumati. Le parti cromate, restituiscono una sensazione molto forte di giocattolo da super mercato.

Diciamo che globalmente questo Masterpiece non è diverso da un qualunque altro transformer di serie meno blasonate, solo più complesso e grande.

Tutte le trasformazioni si ottengono mediante numerose torsioni e bloccaggi che mettono a dura prova l’intera struttura. Si comprende bene il perché non sia presente metallo, dato che certi movimenti e posizionamenti, non sarebbero semplicemente possibili.

Articolazioni e posabilità

Grazie ai numerosi punti di snodo, obbligatori per la trasformazione, il robot è particolarmente articolato. Molto leggero, con il baricentro basso, grazie ai pesanti piedi di metallo, è anche stabile.

Non starò ad elencare tutte le giunzioni, basti dire che tutti gli arti sono ben orientabili sui tre assi, non vi è articolazione sul busto che permetta rotazioni sul piano frontale e sagittale questo per vincoli dovuti alla trasformazione. Spalle, braccia e polsi sono articolati, così come lo sono in parte le mani e il pollice. Da segnalare che le quattro dita parallele sono unite e quindi, nonostante la presenza dell’articolazione, non si riesce ad avere una resa estetica sempre gradevole.

La mobilità del collo è garantita da un pernio sferico.

Le principali articolazioni sono dotate di robusto meccanismo a gradini che garantisce la tenuta in posa.

Fedeltà

Parlando di robot Transformer la fedeltà non può essere in valore assoluto. La fluidità e plasticità della serie animata, non tiene conto della fisica reale e dell’ingombro e volume degli elementi, per cui renderlo in un modello è assolutamente impossibile.

Fissando il parametro più su una resa estetica comparabile, direi che questo MP se la cava bene, anzi è forse l’aspetto dove se la cava meglio.

In forma veicolo, la somiglianza con il cartone c’è tutta, compresa la configurazione “camper”.

La forma robotica è esteticamente molto valida. Ovviamente vi sono un po’ ovunque compromessi e parti che sono state progettate ad hoc, ma è inevitabile. Molto bella la scultura del volto, un po’ meno la resa estetica delle mani.

Rispetto ai bozzetti ed250px-Hotrodrodimuscharactermodels al design del cartone, diciamo che il tutto è un po’ meno uniforme e che le gambe risultano un po’ squadrate.

Nella versione da “Prime” le differenze si accentuano ancor più.

La versione animata cambia letteralmente di stazza e proporzioni passando da una corporatura giovanile ad una da eroe adulto, mentre per il modellino, si dispone soltanto di un ben più modesto cambio di volto, allungamento minimo delle gambe e riposizionamento delle spalle.

Impossibile fare, comunque, di più, senza parti aggiuntive, come impossibile risulta il cambio di colore da un rosso quasi viola ad un più cupo marrone.

Riflessioni e soluzioni tecniche

Della linea Masterpiece di Takara non ho tantissimi pezzi, anzi sono ben lontano da poter dire che li colleziono. I motivi sono tanti ma in particolare, Takara non ha mai dedicato particolarmente attenzione a rendere coerenti le sue linee di prodotto, idem Hasbro, interessata praticamente solo a far cassa.

Con i MP non è che sia andata tanto meglio. Iniziata alla grande con un bellissimo e gigantesco Optimus Prime, è andata via via ridimensionandosi fra re-color, scale ridotte, estetiche dubbie, materiali sempre più economici.

Questo Rodimus, nel complesso non è male, in un solo prodotto si hanno tre configurazioni, il trailer/Stand/stazione da battaglia ed un estetica più che degna.

Quello che non funziona è che il decimo MP è stato di nuovo Optimus, in scala ridotta e dal design rivisto, per poi proseguire con nuove linee guida. Quello che non funziona è una plasticaccia poco piacevole al tatto e che in alcuni punti va forzata per eseguire la trasformazione, non garantendo neppure l’integrità del pezzo, dato che è pure fragile.

Quello che non va è di aver proposto una figura bella da vedere ma un delirio da maneggiare. Ci sono continui sganci del busto, linguette che si smollano, particolari che escono, perché si fa troppo affidamento su incastri che dovrebbero essere solidi ma non possono esserlo in considerazione del materiale con cui è stato fatto il modello e che deve risultare elastico per garantire la trasformabilità del tutto.

Un vero peccato perché poi in vetrina fa la sua bella figura.

Conclusioni e Pagella

Prima di iniziare la recensione mi sono documentato su quale era le situazione vista da occhi diversi, per confrontare quelle che erano le mie considerazioni, con il resto del panorama in circolazione.

Devo dire che le conclusioni sono abbastanza similari.

Il modello in se è bello. Esteticamente molto valido, promette e mantiene la possibilità di diverse configurazioni. Il difetto principale è la fragilità e inconsistenza dei materiali, oltre a quella stupidamente piccola matrice.

In linea di massima non ho mai apprezzato il personaggio. Da bambino per me esisteva solo Optimus (in Italia era Commander) e quando mandarono in onda quella specie di barzelletta (perdonatemi) del film animato, dove crepava miserevolmente diventando grigio scuro (bonf) per lasciare la matrice del potere ed il comando a quella mezza pippa di Rodimus/Hot Rod/Captain beh… diciamo che riuscirono a svezzarmi dai cartoni dei transformer. Tutto ciò che venne dopo, semplicemente è stato ignorato.
Tuttavia devo essere obiettivo e riconoscere che come pezzo da collezione, per i fan del personaggio e del post G1 (diciamo G1.5) in generale, è più che valido. Bisogna solo avere molta pazienza e non strapagarlo, perché il prezzo all’uscita non era certo equilibrato nel rapporto costo/qualità.

LA NOSTRA PAGELLA
: ★★★★☆
: ★★★☆☆
: ★☆☆☆☆
: ★★★☆☆
: ★★★☆☆
Media: ★★★☆☆
PRO
  • estetica riuscita
  • in scala con MP01
  • quattro trasformazioni in un solo modello
CONTRO
  • qualità complessiva appena sufficiente
  • plastiche delicate
  • trasformazione complessa e poco stabile
  • i masterpiece sono stati riproposti in scala diversa

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